CONFERMATO FBI – Altro che Covid, arriva il superbatterio tossico dei cereali: lo hanno fatto in laboratorio | È allarme agro-terrorismo

covid (pexels) - cataniaoggi

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Dopo anni di pandemia globale, spunta un nuovo spettro: quello delle armi biologiche agricole. E questa volta l’accusa è pesante.

Negli ultimi anni il mondo ha imparato, a caro prezzo, quanto possa essere fragile di fronte alla diffusione di un agente patogeno. Il Covid-19 ha cambiato radicalmente abitudini, confini e percezioni di sicurezza. Ma mentre il dibattito sulle sue origini è ancora aperto, una nuova minaccia potrebbe farsi strada, molto più subdola e silenziosa, nascosta tra valigie, laboratori e… chicchi di cereali.

È bastato un batterio per fermare il mondo. Ed è bastato un momento di disattenzione per capire quanto la scienza possa diventare un’arma, se finisce nelle mani sbagliate. Oggi, però, non si parla più di virus respiratori. La nuova frontiera del rischio è l’agroterrorismo: un attacco non all’uomo direttamente, ma alle sue risorse alimentari. E il campanello d’allarme è suonato forte e chiaro direttamente dagli Stati Uniti.

Mentre la pandemia da Covid sembra alle spalle, sono aumentati in tutto il mondo gli studi sui possibili agenti patogeni futuri, ma anche le attenzioni degli apparati di sicurezza. E qualcosa è successo davvero, lontano dai riflettori, in un laboratorio del Michigan. A differenza del virus Sars-CoV-2, questa volta non si parla di contagio tra esseri umani… ma tra piante, animali e forse anche persone.

Il patogeno dei cereali nascosto nello zaino

Secondo quanto reso noto martedì dalle autorità americane, due cittadini cinesi, entrambi con legami col Partito Comunista, sono stati accusati dall’FBI di aver tentato di introdurre illegalmente negli Stati Uniti un agente biologico ad alto rischio: il Fusarium graminearum. Si tratta di un fungo tossico che può infettare grano, mais, orzo e riso, danneggiare gravemente la catena alimentare e provocare malattie sia nel bestiame che negli esseri umani.

Yunqing Jian, 33 anni, e Zunyong Liu, 34 anni, sono stati incriminati per cospirazione, contrabbando, frode sui visti e false dichiarazioni. Liu è stato fermato a luglio 2024 all’aeroporto di Detroit, con materiale vegetale sospetto nel bagaglio. Dopo aver mentito inizialmente, ha ammesso che intendeva usare quel materiale in un laboratorio dell’Università del Michigan, dove lavorava anche Jian.

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Il piano segreto, i messaggi criptici e il laboratorio senza autorizzazioni

Dai messaggi intercettati dall’FBI tra i due scienziati, emerge un fitto scambio avvenuto poco prima dell’arrivo negli Stati Uniti. Jian scriveva: “È un peccato che debba ancora lavorare per te”, a cui Liu rispondeva: “Una volta fatto questo, tutto il resto sarà facile”. Intanto, le autorità hanno scoperto sul telefono di Liu un articolo scientifico dal titolo inquietante: “Guerra tra piante e agenti patogeni in condizioni climatiche mutevoli”.

Il Fusarium graminearum, descritto da riviste scientifiche come una potenziale arma agroterroristica, è molto più di un parassita agricolo. Potrebbe compromettere l’intera filiera alimentare di una nazione, abbattere i raccolti, causare carestie localizzate e mettere a rischio interi settori economici. E in un’epoca post-Covid, il sospetto che qualcuno possa usarlo come arma biologica contro il sistema agroalimentare non è più solo teoria.