POSTO DI BLOCCO – “Stavo solo parlando al vivavoce”: da ora non puoi, gesticolare è reato stradale | Nuova stangata 200€

Posto di blocco - (cataniaoggi.it-pexels)

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Guidare usando il cellulare è reato, c’è scritto nel codice stradale, ma esiste un’eccezione: ti annullano a multa

In un momento storico in cui la sicurezza stradale rappresenta una priorità per le autorità, una recente sentenza emessa dal XV Tribunale Amministrativo di Madrid ha riacceso il dibattito sulla validità delle sanzioni per l’uso del cellulare alla guida. Un noto imprenditore, multato dalla Direzione Generale del Traffico (DGT) con un’ammenda da 200 euro per presunto utilizzo del telefono mentre era al volante, ha visto annullare la sanzione grazie a una sentenza che ha rimesso al centro la presunzione di innocenza come principio fondante del diritto.

Il giudice ha sottolineato che l’accusa non ha fornito alcuna prova concreta dell’infrazione. Secondo la sentenza, l’uomo non stava effettivamente utilizzando il cellulare nel momento in cui è stato fermato dagli agenti. È questo il punto chiave: il sistema sanzionatorio, sia esso penale o amministrativo, non può prescindere dalla produzione di prove adeguate e inequivocabili. Il semplice verbale redatto da un agente non può bastare, in assenza di riscontri oggettivi, a giustificare una condanna o una multa.

Nel pronunciamento del tribunale, viene chiaramente ribadito che il principio della presunzione di innocenza deve essere garantito in ogni fase del procedimento. Nessun cittadino è tenuto a dimostrare la propria innocenza: è chi accusa che deve fornire elementi certi e verificabili per confermare l’infrazione. In mancanza di prove “minime, sufficienti e idonee”, qualsiasi sanzione deve essere annullata. È un richiamo diretto ai diritti fondamentali della persona, sanciti dalla Costituzione.

Nel caso specifico, la DGT si è basata esclusivamente sulle dichiarazioni degli agenti presenti sul posto. Non è stata prodotta alcuna fotografia, registrazione video o testimonianza terza che confermasse l’utilizzo del cellulare da parte del conducente. Di fronte a questa debolezza probatoria, il tribunale ha riconosciuto la fondatezza delle ragioni dell’imprenditore e ha disposto non solo l’annullamento della sanzione, ma anche l’addebito delle spese processuali – pari a 60 euro – a carico della stessa Direzione Generale del Traffico.

La legge parla chiaro, ma servono le prove

Va ricordato che la riforma del Codice della Strada approvata a marzo 2022 ha introdotto regole più severe sull’uso dei dispositivi mobili alla guida. Anche solo tenere il telefono in mano, indipendentemente dall’utilizzo, comporta una multa di 200 euro e la decurtazione di tre a sei punti dalla patente. Tuttavia, queste disposizioni, pur chiare e rigorose, non possono essere applicate in modo arbitrario. Ogni violazione deve essere supportata da prove tangibili.

La sentenza del tribunale di Madrid potrebbe costituire un precedente rilevante per altri automobilisti che si trovano in situazioni simili. È un invito indiretto agli organi di controllo a rafforzare le modalità di accertamento delle infrazioni, adottando strumenti tecnologici come videocamere, dashcam o altri sistemi di documentazione oggettiva. Affidarsi esclusivamente alla testimonianza degli agenti rischia di indebolire la credibilità delle sanzioni e di generare contenziosi costosi e dannosi per la pubblica amministrazione.

Cellulare alla guida - (cataniaoggi.it-pexels)
Cellulare alla guida – (cataniaoggi.it-pexels)

La sicurezza stradale resta una priorità

Nonostante l’esito favorevole per il conducente, la sentenza non mette in discussione l’importanza di mantenere alta la vigilanza sull’uso improprio del telefono alla guida. Le distrazioni tecnologiche restano tra le principali cause di incidenti. Ma proprio per tutelare l’efficacia della norma, è fondamentale che le sanzioni siano proporzionate, motivate e soprattutto documentate in modo inequivocabile.

Il caso dell’imprenditore multato e poi assolto dimostra come anche in materia di codice della strada non si possa derogare ai principi fondamentali del diritto. La giustizia amministrativa spagnola ha ricordato che il rispetto della legalità passa attraverso un’applicazione rigorosa e trasparente delle regole. Solo così sarà possibile garantire la legittimità delle sanzioni e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.