CONFERMATO SANITÀ – “non mangiatelo più, è pieno di cianuro”: ecco il frutto della morte | Tutti ce l’hanno in tavola

Semi di albicocca (cataniaoggi.it-pexels)

Semi di albicocca, un rischio per la salute dei più piccoli, ecco qual è il limite di sicurezza per adulti e bambini

Mangiare semi di albicocca può rappresentare un serio pericolo per la salute, in particolare per i bambini. È quanto emerge dal parere scientifico espresso dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha risposto a una richiesta specifica della Commissione Europea. Gli esperti hanno stabilito che quantità apparentemente ridotte di semi possono superare i limiti di sicurezza, con conseguenze potenzialmente gravi.

Secondo l’Efsa, per un adulto bastano tre semi di albicocca di piccole dimensioni o mezzo seme grande per superare la soglia di rischio. Nei bambini, la situazione è ancora più delicata: un solo seme piccolo è sufficiente a oltrepassare i limiti di sicurezza. Questo rende evidente come il consumo di semi di albicocca debba essere assolutamente evitato in età pediatrica, dove la tolleranza alle sostanze tossiche è ridotta.

La pericolosità dei semi di albicocca deriva dalla presenza di una molecola chiamata amigdalina, un composto cianogenico che si trova in grandi quantità anche nelle mandorle amare. Una volta ingerita, l’amigdalina entra in contatto con specifici enzimi e si trasforma in cianuro, una sostanza altamente tossica per l’organismo umano. Ogni grammo di amigdalina può rilasciare fino a 59 milligrammi di cianuro, una dose sufficiente a causare gravi intossicazioni.

Il cianuro è noto per la sua elevata tossicità. Studi scientifici hanno dimostrato che può risultare letale già a dosi comprese tra 0,5 e 3,5 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo. L’ingestione di semi di albicocca può quindi portare rapidamente a un avvelenamento con conseguenze anche mortali, soprattutto nei bambini piccoli. Proprio per questo l’Efsa ha fissato una soglia di sicurezza molto bassa per limitare al minimo i rischi.

La dose acuta di riferimento stabilita dall’Efsa

L’Autorità europea ha definito una dose acuta di riferimento pari a 20 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo. Si tratta della quantità di cianuro che può essere tollerata in modo occasionale senza conseguenze gravi. Tradotto in termini pratici, significa che un adulto può consumare al massimo 370 milligrammi di semi di albicocca, equivalenti a tre piccoli semi, mentre per i bambini la soglia scende drasticamente a 60 milligrammi, ossia mezzo seme piccolo.

Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda la vendita dei semi di albicocca su internet, spesso promossi da rivenditori esteri come presunti rimedi naturali contro il cancro. Alcuni siti arrivano a consigliare consumi quotidiani di dieci semi per le persone sane e fino a sessanta semi per i malati oncologici. In questi casi, la dose acuta di riferimento viene superata di gran lunga, con un rischio concreto e immediato di avvelenamento.

Semi di albicocca (cataniaoggi.it-pexels)

I sintomi dell’avvelenamento da cianuro

L’ingestione eccessiva di semi di albicocca può provocare sintomi molto chiari e potenzialmente gravi. Tra i più frequenti figurano nausea, febbre, mal di testa, insonnia, sete, letargia, nervosismo, dolori articolari e muscolari e cali di pressione. Nei casi più severi, l’intossicazione da cianuro può portare rapidamente al collasso delle funzioni vitali. Riconoscere tempestivamente questi segnali è fondamentale per intervenire in tempo con cure mediche adeguate.

È importante sottolineare che non esiste alcun pericolo nel consumo delle albicocche come frutto. La parte edibile, infatti, è completamente sicura e non contiene tracce di amigdalina. L’unica precauzione riguarda i semi custoditi all’interno del nocciolo, che per loro natura non contaminano la polpa. Per questo motivo il messaggio degli esperti è chiaro: gustare le albicocche non comporta rischi, ma occorre evitare in modo assoluto di ingerire i semi.