Non ha una goccia d’acqua ma da domani la regalerà: in Sicilia è finita la siccità | Rubinetti aperti e addio razionamenti
Acqua (Pexels) Cataniaoggi
Con l’arrivo delle stagioni calde torna il problema acqua in Sicilia ma non solo. L’emergenza idrica presto potrebbe essere risolta.
La Sicilia sta affrontando una grave emergenza idrica a causa di una combinazione di fattori. In primo luogo, le scarse precipitazioni degli ultimi anni hanno ridotto significativamente le riserve idriche naturali, come invasi e falde acquifere. A questa situazione climatica si aggiungono problemi infrastrutturali cronici, tra cui una rete idrica obsoleta e inefficiente.
L’emergenza idrica significa che la disponibilità di acqua potabile e per altri usi è insufficiente a soddisfare la domanda. Questa carenza può portare a gravi disagi per la popolazione, danni all’agricoltura e all’economia locale, e in generale a una riduzione della qualità della vita. La dichiarazione di stato di emergenza consente alle autorità di adottare misure straordinarie per gestire la crisi.
Una delle misure più comuni adottate in situazioni di emergenza idrica è il razionamento dell’acqua. Il razionamento consiste nella limitazione della fornitura idrica alle utenze, spesso attraverso interruzioni programmate dell’erogazione in determinate zone e fasce orarie. L’obiettivo è quello di ridurre il consumo complessivo e garantire una distribuzione più equa delle risorse idriche disponibili, evitando l’esaurimento completo delle scorte.
In Sicilia, diverse aree hanno già sperimentato o si preparano a misure di razionamento. Le autorità regionali e locali stanno cercando soluzioni a breve e lungo termine, che includono la riparazione delle reti idriche, la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento come la desalinizzazione dell’acqua di mare e la sensibilizzazione della popolazione sull’importanza del risparmio idrico.
Rete idrica colabrodo
La rete idrica siciliana è caratterizzata da una notevole fragilità infrastrutturale, con un’ampia percentuale di acqua potabile che si disperde a causa di danni e vetustà delle condotte. Queste perdite significative contribuiscono in maniera determinante all’aggravarsi dell’emergenza idrica che sta colpendo l’isola, rendendo ancora più critica la gestione.
Un dissalatore è un impianto tecnologico progettato per rimuovere il sale e altri minerali dall’acqua di mare o da fonti salmastre, rendendola potabile o utilizzabile per scopi agricoli e industriali. Il processo più comune utilizzato nei dissalatori moderni è l’osmosi inversa, che sfrutta membrane semipermeabili per separare l’acqua dolce dai sali disciolti.
Progetto dissalatori, ma non va bene
La società Webuild ha proposto un piano gratuito per costruire diversi dissalatori e altre infrastrutture in Sicilia. Tuttavia, questa iniziativa ha suscitato critiche da parte di ambientalisti e del governo regionale, principalmente a causa dei costi elevati previsti per i cittadini siciliani. Secondo le obiezioni, l’acqua immessa in rete dagli impianti di Webuild costerebbe significativamente di più rispetto all’attuale fornitura.
Il progetto di Webuild sembra superare i limiti di spesa stabiliti dalla Regione, che ora intende procedere con interventi già approvati, con un investimento stimato di 170 milioni da privati e 10 milioni di fondi pubblici. Questi interventi includono la realizzazione di dissalatori mobili nei comuni di Gela, Porto Empedocle e Trapani, oltre ai due dissalatori previsti nella zona di Palermo.