All’esito degli interrogatori preventivi nei confronti di alcuni soggetti indagati nell’ambito dell’operazione denominata “Capinera”, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, i Carabinieri del Comando Provinciale, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 7 persone, ritenute, ferma restando la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, a vario titolo responsabili di “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, quali crack e cocaina”.

I provvedimenti, firmati dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale etneo, sono arrivati al termine degli interrogatori di garanzia condotti ai sensi dell’articolo 291 1-quater c.p.p.: tutti gli indagati hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Alla luce dei gravi indizi raccolti nelle indagini, il G.I.P. ha disposto per ciascuno la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, aveva già portato all’emissione di otto misure cautelari in carcere e allo smantellamento di una presunta e redditizia piazza di spaccio in via Capinera, nel quartiere Librino. Le indagini avrebbero delineato un sodalizio criminale organizzato con ruoli precisi: due presunti custodi della droga, cinque corrieri incaricati del trasporto e un promotore—un trentunenne già ai domiciliari—che avrebbe trasformato il proprio soggiorno in un vero e proprio “supermarket della droga”, assistito da un factotum, da vedette e da un sofisticato impianto di videosorveglianza.

Sul campo, i Carabinieri hanno effettuato dieci arresti in flagranza, denunciato sedici persone a piede libero e sequestrato oltre mezzo chilo di cocaina e crack. Destinatari della misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico: Luigi Abbascìa, 45 anni, Giuseppe Roberto Gangi, 47 anni, Salvatore Longo, 38 anni, Salvatore Millesi, 39 anni, Gaetano Luca Privitera, 31 anni, Orazio Vinciguerra, 34 anni, Flavio Zito, 42 anni. Nei confronti di tutti gli indagati vige la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.