Una sfilza di interventi, un dibattito interminabile e, alla fine, l’approvazione di un solo articolo: così è iniziato l’esame in Aula della “manovrina” del governo regionale. Di fronte all’ostruzionismo dell’opposizione, l’esecutivo sta pensando di ricorrere alla procedura d’urgenza — la cosiddetta tagliola — per accorciare i tempi. La giornata di ieri era dedicata alla discussione generale, in programma dalle 11, dopo la seduta andata a vuoto lunedì per l’assenza di governo e maggioranza. Ma il clima è rimasto teso e l’esito finale del disegno di legge appare tutt’altro che scontato. Le minoranze accusano il governatore di delegittimare il Parlamento per celare una crisi politica interna.

A inasprire il confronto è stato il tentativo di contingentare i tempi del dibattito. Critico il presidente della Commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, che ha ricordato come lo strumento sia «legittimo solo in fase di bilancio» e che «queste non sono nemmeno vere variazioni». Ha pesato anche una dichiarazione del governatore Schifani: lodato dall’Anci per l’attenzione agli enti locali, il presidente ha attribuito a «ostruzionismo delle opposizioni» i ritardi in Commissione bilancio. Schifani ha citato i 20 milioni per gli extracosti dei rifiuti — raddoppiati a 40 in Commissione — e i 10 milioni per i servizi Asacom, bloccati insieme agli emendamenti aggiuntivi.

Le parole hanno acceso ulteriormente l’Aula. «Manovra vuota e Parlamento mortificato», ha protestato il capogruppo PD Michele Catanzaro; «una mini-finanziaria spot», ha rincarato il collega del M5S, Antonio De Luca. Gli interventi a raffica dell’opposizione hanno così inchiodato il ddl al primo articolo: 10 milioni e 750 mila euro alla Protezione civile per le emergenze, di cui 750 mila per i ristori degli incendi. «Norma spot», «somma esigua», «presa in giro per i siciliani», hanno commentato i deputati di centrosinistra. L’articolo è infine passato, ma la strada della manovrina resta lunga e tutta in salita.