Aggressione omofoba a Catania: misure cautelari per due giovani

Il 30 luglio la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, firmata il 28 luglio dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura distrettuale, nei confronti di B. S., 19 anni, e P. C., 21 anni, quest’ultimo già detenuto per altra causa. Con loro è indagato un complice minorenne, il cui fascicolo è stato trasferito alla Procura per i minori. L’accusa è di violenza privata – tentata e consumata – e di lesioni personali aggravate dall’uso di un’arma impropria, dalla partecipazione di un minore e dalla finalità di discriminazione omofoba. Resta naturalmente la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.

La sera del 26 aprile
Secondo le indagini della III Sezione “Reati contro la persona” della Squadra Mobile, l’episodio risale alla sera del 26 aprile 2025, in un fast-food di piazza Borsellino. Tre amici stavano discutendo di temi LGBT+ quando sarebbero stati insultati e poi aggrediti con schiaffi, calci, pugni e perfino il lancio di sgabelli. Le vittime hanno riportato lesioni guaribili in 7-21 giorni. Il pestaggio si è interrotto grazie alla prontezza di una ragazza che ha spruzzato spray urticante e di un operatore ecologico che ha bloccato uno degli aggressori, il quale brandiva un casco come arma.

L’inchiesta ha combinato testimonianze, denunce, filmati di videosorveglianza, riconoscimenti fotografici e verifiche sui social network. L’incrocio degli elementi, completato in circa tre mesi, è stato ritenuto sufficiente dal gip per disporre la misura cautelare. Con le aggravanti contestate, le lesioni possono comportare fino a otto anni di reclusione, mentre la violenza privata arriva a quattro. L’aggravante omofoba, introdotta nel 2018, consente un aumento fino alla metà della pena base; pesano inoltre l’uso di arma impropria e la presenza di un minorenne tra i correi.

B. S. e P. C. sono stati sottoposti all’obbligo di dimora a Catania, con divieto di uscire di casa tra le 21:00 e le 6:30. Nei prossimi giorni affronteranno l’interrogatorio di garanzia; al termine delle indagini preliminari la Procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio. Il minorenne seguirà un procedimento separato davanti al tribunale per i minori.