Supermercato, allerta truffe: se compri questi gelati paghi il doppio in cassa | Te ne accorgi solo così

supermercato (pexels) - cataniaoggi

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La lista è la stessa, ma il totale è cambiato: fare la spesa oggi pesa (molto) di più.

Chi è tornato al supermercato negli ultimi mesi se ne è accorto subito: tutto costa di più. Dai prodotti freschi a quelli confezionati, passando per bevande, condimenti e beni di prima necessità. E non si tratta solo di un’impressione: il carrello della spesa del 2025 presenta numeri da record, con aumenti che – in alcuni casi – sfiorano il 150%.

Negli ultimi cinque anni, i consumatori italiani hanno assistito a una lenta, ma costante impennata dei prezzi. Secondo l’ultima analisi di Assoutenti, nel solo 2024 si è registrato un incremento medio del 2,4%, ben oltre l’inflazione generale ferma all’1%. Tradotto in termini pratici, significa che ogni famiglia italiana ha speso 3,9 miliardi di euro in più per la stessa identica spesa.

Ma per capire quanto questo incida davvero nella vita di tutti i giorni, “ilcorriere.it” ha fatto un esperimento semplice: replicare una spesa del 2020 in uno stesso supermercato, con gli stessi prodotti, oggi nel 2025. I risultati parlano da soli.

Spesa 2020 vs Spesa 2025

Nel 2020, una spesa completa costava 66,95 euro. Oggi, per riempire lo stesso carrello servono 84,60 euro: 17,65 euro in più, ovvero un aumento del 26,4%. A pesare sono soprattutto frutta e verdura. Una confezione di fragole da 500g, che costava 2,19 euro, oggi arriva a 3,98 euro: +81,7%. I pomodorini ciliegini passano da 1,98 a 2,98 euro (+50,5%). Ma l’esempio più eclatante riguarda le banane mignon: da 1,84 euro a 4,68 euro. Un rincaro shock del 154,3%.

Non tutte le voci sono in salita, ma sono casi isolati. Ad esempio, l’insalata in busta è rimasta stabile a 1,98 euro. Al contrario, i prodotti proteici hanno seguito l’onda degli aumenti: salmone affumicato da 5,90 a 6,40 euro (+8,5%), uova (4 pz) da 1,19 a 1,49 euro (+23%). Solo la carne bovina è in controtendenza: 4,73 euro nel 2020, 4,50 oggi (-4,5%). Anche i prodotti da dispensa sono diventati più cari. La pasta da 500g è passata da 0,82 euro a 0,99 euro (+20,7%). I sughi pronti, invece, sono scesi leggermente: da 2,74 a 2,65 euro (-3,3%). Sul fronte delle bevande, la situazione non migliora: latte parzialmente scremato da 1,59 a 1,89 euro (+18,9%), cassa d’acqua da 6 bottiglie da 2,34 a 2,88 euro (+25,2%).

Secondo Federconsumatori, «negli ultimi dieci anni i prodotti più acquistati dalle famiglie italiane hanno subìto un rincaro estremamente significativo». Il caso più evidente è quello dell’olio, aumentato dell’81%, seguito dal burro (+23%) e dalla farina (+19%). Tutto questo mentre gli stipendi restano fermi, rendendo sempre più difficile mantenere gli stessi standard di consumo.

supermercato (pexels) - cataniaoggi-2
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Attenzione: ora paghi di più per avere di meno

E se i rincari sono evidenti, ce n’è uno più subdolo: quello che non si vede a occhio nudo, ma si sente nel portafoglio. Si chiama shrinkflation: lo stesso prodotto costa uguale o di più, ma confezione e quantità si riducono.

Il caso simbolo? Il gelato più famoso d’Italia. Il Magnum Classic, che nel 2002 costava 1,20 euro per 86 grammi, oggi costa 3 euro per 70 grammi. Tradotto: +150% sul prezzo, -18% sul peso. Una doppia beffa che si ripete su snack, merendine, detersivi e persino confezioni di pasta o cereali.