Truffe telefoniche, l’FBI raccomanda di usare questo codice segreto | Li fai fessi tu in 30 secondi

Truffe telefoniche - (cataniaoggi.it-web)

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Deepfake e truffe telefoniche: la nuova frontiera della cybercriminalità, scorpi come difenderti

Negli ultimi anni, la tecnologia deepfake ha fatto passi da gigante, passando dall’essere un semplice strumento di intrattenimento a una minaccia concreta per la sicurezza personale. Se in passato i video manipolati di celebrità che cantano canzoni virali potevano far sorridere, oggi lo scenario è molto più preoccupante. I criminali informatici sfruttano infatti il deepfake per trarre in inganno le vittime, emulando fedelmente le voci di amici, familiari o partner, con l’obiettivo di estorcere denaro o dati sensibili.

Alla base del deepfake vi è un sofisticato utilizzo dell’intelligenza artificiale, capace di apprendere i movimenti del volto e la voce di una persona reale per ricrearne una copia virtuale sorprendentemente realistica. Questa tecnologia viene oggi impiegata in contesti pericolosi, in particolare nelle truffe telefoniche, dove la vittima riceve una chiamata da una voce familiare che chiede aiuto urgente, solitamente in forma economica. Molti, colti dal panico, agiscono d’istinto, trasferendo denaro ai malviventi.

Proprio per arginare questo tipo di raggiri, l’FBI ha recentemente suggerito un metodo semplice ma efficace: utilizzare una parola in codice all’inizio di ogni telefonata. Si tratta di una frase o combinazione che solo la vera persona dovrebbe conoscere, e che consente di smascherare un eventuale impostore in pochi secondi. È un sistema che ricorda l’autenticazione a due fattori, ma applicato alla voce e ai rapporti personali.

Il consiglio dell’FBI nasce da un’esigenza concreta: il numero di truffe basate su deepfake è in continua crescita. I criminali si avvalgono di registrazioni audio ottenute da social network, messaggi vocali o video pubblici per addestrare i loro sistemi di intelligenza artificiale. Una volta ottenuta una riproduzione convincente della voce, il passo verso la truffa è breve. Ecco perché diventa fondamentale dotarsi di sistemi di difesa anche nel contesto privato.

Come difendersi in caso di truffa

Se si sospetta di essere vittima di un tentativo di truffa, la prima reazione deve essere la prudenza. In caso di dubbio sull’identità dell’interlocutore, è meglio interrompere la comunicazione e verificare indipendentemente la situazione. Qualora ci si accorga troppo tardi dell’inganno, è importante agire rapidamente: contattare la polizia postale, segnalare l’accaduto e fornire tutte le informazioni disponibili può fare la differenza.

Se si è trasferito denaro a un hacker, è fondamentale contattare immediatamente la propria banca per bloccare il conto o tentare di recuperare la somma versata. Allo stesso tempo, è consigliabile aggiornare tutte le password dei servizi più utilizzati, come la posta elettronica, i social network e l’home banking. Questo passaggio può aiutare a contenere eventuali ulteriori danni causati dall’accesso non autorizzato ai propri dati.

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Autenticazione a due fattori: una barriera in più

Attivare l’autenticazione a due fattori su ogni piattaforma che lo consente è oggi una delle soluzioni più efficaci per prevenire accessi non desiderati. Anche in caso di furto della password, l’accesso sarà bloccato senza il secondo codice di verifica, che può arrivare via SMS o tramite app dedicata. Questo ulteriore livello di protezione riduce drasticamente le possibilità per i cybercriminali di accedere agli account personali.

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale può essere utilizzata anche per scopi criminali, la consapevolezza digitale è la migliore difesa. Conoscere le tecniche di attacco, sapere come reagire e adottare abitudini prudenti può fare la differenza tra diventare vittima o evitare la truffa. Il deepfake è una minaccia concreta, ma con gli strumenti giusti è possibile contrastarla efficacemente.