Energia a costo zero, scoperta la chiave sul fondo degli abissi | Racchiusa in queste enormi palle di cemento
Energia sottomarina - (cataniaoggi.it-web)
La batteria sottomarina che potrebbe rivoluzionare l’energia rinnovabile: una soluzione pulita e invisibile sotto il mare
Il progetto StEnSea, acronimo di Stored Energy in the Sea, rappresenta una delle proposte più innovative nel campo dello stoccaggio energetico. Nato dal lavoro del Fraunhofer Institute for Energy Economics and Energy Systems, questo sistema mira a risolvere uno dei principali problemi legati alle fonti rinnovabili: come accumulare energia quando viene prodotta in eccesso e rilasciarla nei momenti di maggiore richiesta. La particolarità di StEnSea è che opera completamente sommerso, con un impatto ambientale minimo e un’efficienza sorprendentemente alta.
Visivamente, le unità del progetto StEnSea appaiono come enormi sfere di cemento adagiate sul fondo marino. Sembrerebbero strutture abbandonate o elementi decorativi sottomarini, ma in realtà sono sofisticati sistemi di accumulo energetico. Queste sfere, cave all’interno, sono installate a profondità che variano da alcune decine a centinaia di metri, sfruttando la pressione dell’acqua come forza motrice per la produzione di elettricità.
Il funzionamento del sistema è ingegnoso quanto semplice. Quando c’è abbondanza di energia elettrica, ad esempio nelle ore centrali della giornata in cui il solare produce molto, l’elettricità viene utilizzata per azionare una pompa che espelle l’acqua dall’interno della sfera. In questo modo, si crea una camera a bassa pressione pronta ad accumulare energia potenziale. Quando l’energia è richiesta, la valvola della sfera viene aperta e la pressione esterna fa entrare l’acqua a grande velocità, azionando una turbina che genera corrente.
Il sistema, nella sua semplicità, raggiunge un’efficienza compresa tra il 75% e l’80%, paragonabile ai migliori sistemi di stoccaggio disponibili oggi. Il costo stimato per kWh di energia accumulata si aggira intorno ai 0,046 euro, una cifra molto competitiva che rende questo approccio non solo sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economicamente vantaggioso. Le sfere sono progettate per durare fino a 60 anni, con la sola manutenzione prevista ogni 20 anni per sostituire i componenti meccanici più soggetti a usura.
Dai laghi agli oceani: i primi test reali
Il primo prototipo è stato testato con successo nel lago di Costanza, in Germania, dimostrando la validità teorica del progetto. Ora si guarda all’oceano: Stati Uniti e Germania collaborano per una nuova fase di test al largo della California. Si inizierà con una sfera di 9 metri di diametro, per poi passare a una versione di 30 metri. Questo salto dimensionale è cruciale per valutare la reale applicabilità su scala industriale.
Le sfere più grandi possono contenere molto più volume, e quindi più energia. Passare da una sfera di 9 metri a una di 30 significa moltiplicare per 27 la capacità di accumulo. Se si riuscisse a costruire parchi sottomarini formati da decine o centinaia di queste strutture, si potrebbe creare una rete di stoccaggio energetico affidabile e scalabile. Questa rete agirebbe come un gigantesco serbatoio energetico pronto a intervenire in qualsiasi momento di necessità.
Un’alternativa ai limiti del fotovoltaico e dell’eolico
Le energie rinnovabili soffrono della loro stessa natura intermittente. Il solare funziona solo di giorno, l’eolico solo quando c’è vento. In regioni come la California, la produzione eccessiva diurna da fotovoltaico ha già messo in crisi la rete, che non riesce a gestire i picchi di produzione. In questo contesto, sistemi come StEnSea possono rappresentare la chiave per stabilizzare la distribuzione energetica, assorbendo l’eccesso e rilasciando energia quando serve.
StEnSea non è solo un progetto tecnologico, ma una visione di come l’umanità potrebbe convivere con il pianeta in modo più intelligente e sostenibile. Se i prossimi test avranno successo, il fondo del mare potrebbe presto ospitare silenziose centrali di accumulo, invisibili ma fondamentali per garantire un approvvigionamento energetico stabile e privo di emissioni.