Ultim’ora Regione Sicilia: i residenti non pagheranno le tasse, approvato il decreto salva isolani | Risparmio di 1.000€ in un anno
Regione Siciliana (cataniaoggi.it-social)
Sicilia, via libera agli sconti fiscali per attrarre residenti e imprese: un modello già visto all’estero che funziona
Il 14 luglio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che apre alla Sicilia la possibilità di ridurre le imposte regionali per chi decide di trasferirsi sull’isola. La misura nasce da un accordo stipulato nel lontano 2009 tra Stato e Regione Siciliana e intende trasformarsi in un vero strumento di politica economica. L’obiettivo dichiarato è attrarre investimenti, nuove imprese e residenti, sfruttando la specialità statutaria dell’isola.
La strategia scelta non è una novità assoluta. Altri Paesi, come il Portogallo, hanno puntato su misure simili per rilanciare la propria economia. L’idea di fondo è semplice: ridurre la pressione fiscale su persone e aziende provenienti da fuori, in modo da incentivare trasferimenti e flussi di capitale. In Sicilia, il meccanismo si applicherà ai tributi locali e non a quelli nazionali, con margini di intervento circoscritti ma comunque significativi.
A esprimere entusiasmo è stato il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha definito il provvedimento «un passo storico». Secondo Schifani, la Sicilia potrà finalmente esercitare una vera fiscalità di sviluppo, coerente con la propria autonomia finanziaria. Ciò significa intervenire direttamente sulle aliquote fiscali regionali, fino ad azzerarle, con lo scopo di attrarre capitali esterni e allo stesso tempo favorire cittadini e imprese già presenti sul territorio.
Nonostante l’autonomia speciale, la Sicilia non potrà modificare le tasse nazionali, ma solo quelle locali. Si tratta principalmente di due imposte: l’addizionale Irpef e l’Irap. La prima, nel caso siciliano, è già tra le più basse d’Italia (1,23%), mentre la seconda risulta piuttosto alta, oscillando tra il 4,82 e il 4,97%. Rimane incerto se l’isola potrà incidere anche sulle addizionali comunali, che in alcuni centri urbani pesano in maniera rilevante sul reddito dei cittadini.
I risparmi possibili per i contribuenti
Uno studio del sindacato Uil, condotto nel 2023, offre un’idea concreta dei benefici che i contribuenti potrebbero ottenere. Con un reddito lordo annuo di 20mila euro, il risparmio derivante dall’azzeramento delle addizionali regionali e comunali potrebbe variare tra 246 e 449 euro a seconda del Comune di residenza. Per chi guadagna 40mila euro, il risparmio salirebbe tra i 736 e gli 897 euro. Si tratta di cifre non trascurabili, che potrebbero incentivare nuove residenze fiscali nell’isola.
Il Portogallo intraprese un percorso analogo nel 2009, in piena crisi economica. Concesse agevolazioni fiscali su redditi e pensioni a stranieri intenzionati a trasferirsi nel Paese. In quindici anni l’iniziativa portò circa 89mila nuovi residenti, tra cui molti pensionati europei. Sebbene il bilancio complessivo resti discusso, il piano contribuì a migliorare la visibilità internazionale del Portogallo come meta attrattiva per vivere e investire.
Le criticità del modello
Se da un lato l’iniziativa portoghese attrasse nuovi contribuenti, dall’altro alimentò tensioni sociali. Nel 2024, infatti, il governo di Lisbona abolì gli sconti fiscali ritenendoli corresponsabili, almeno in parte, della crisi abitativa nelle grandi città. L’arrivo massiccio di stranieri con maggiore capacità economica contribuì all’aumento dei prezzi delle case, generando malcontento tra i residenti. Una lezione che la Sicilia dovrà tenere in considerazione per evitare squilibri simili.
La scommessa della Sicilia è ambiziosa: stimolare l’economia e rafforzare la competitività territoriale grazie a una leva fiscale autonoma. Tuttavia, restano aperti molti interrogativi: l’impatto sulle casse regionali, la reale capacità di attrarre investitori e la gestione delle possibili conseguenze sociali. Il precedente portoghese mostra che i benefici potrebbero essere accompagnati da effetti collaterali complessi. Sarà quindi la concreta attuazione delle nuove norme a stabilire se questa scelta rappresenterà davvero un punto di svolta per l’isola.