ALLERTA ALIMENTARE: in questo ristorante cena di pesce a 1,50€: talmente avariato che ti manda al camposanto | Muori in una notte
Ristorante - (cataniaoggi.it-pexels)
Un pranzo tra colleghi che è costato la vita a un uomo di 50 anni, un tramviere di Milano, intossicati anche i colleghi
Lo scorso 4 maggio, come tante altre volte, Davide Teruzzi, 50 anni, tranviere dell’ATM di Milano, ha pranzato con cinque colleghi in un ristorante di via Fabio Filzi, vicino alla stazione Centrale. Quel pranzo, però, potrebbe essergli costato la vita. Una settimana dopo, domenica 11 maggio, Teruzzi è morto in ospedale, dopo giorni di ricovero in terapia intensiva al San Raffaele. Ora sarà l’autopsia a chiarire se l’origine del suo malore sia riconducibile a una sospetta intossicazione alimentare.
Tutti e sei i dipendenti Atm hanno accusato sintomi di malessere poche ore dopo il pranzo. Visitati e curati al pronto soccorso, sono stati dimessi. Ma per Teruzzi, la situazione è peggiorata. Mercoledì 7 maggio, mentre si trovava a casa in malattia, ha avuto un arresto cardiaco. È stato trasportato d’urgenza al San Raffaele, dove è rimasto ricoverato in terapia intensiva fino al decesso, avvenuto la sera di domenica 11 maggio.
I carabinieri del Nas e l’Ats di Milano sono intervenuti con un’ispezione nel ristorante di via Fabio Filzi. I primi riscontri parlano di irregolarità, in particolare nella temperatura di conservazione del pesce, alimento che proprio Teruzzi aveva consumato durante il pranzo. L’Atm ha sospeso subito la convenzione con il locale, in via precauzionale, già dal giorno dell’episodio. Ma fonti interne comunicano che il prezzo per l’azienda a pasto per ogni dipendente si aggirava intorno a 1,50 euro.
La pm Roberta Amadeo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha disposto l’autopsia sul corpo del tranviere. Si cerca di accertare se l’intossicazione alimentare possa aver avuto un ruolo decisivo nel peggioramento delle condizioni di salute dell’uomo, fino all’infarto e alla morte. I risultati dell’esame autoptico saranno fondamentali per comprendere la sequenza degli eventi e le eventuali responsabilità.
Una carriera lunga 24 anni nei tram di Milano
Davide Teruzzi lavorava per l’Atm dal 2001. Era conducente di linea, assegnato ai tram 5, 12 e 33, con base al deposito Leoncavallo in via Teodosio. Viveva con la madre a Melzo, nell’hinterland milanese, e il fratello Marco lavora anch’egli in Atm. Per molti era conosciuto e apprezzato come “il gigante buono del deposito Leoncavallo”, un soprannome affettuoso nato dalla sua statura imponente e dal carattere solare e sempre disponibile.
La notizia della scomparsa ha profondamente colpito i colleghi dell’azienda, che hanno espresso il loro dolore e i loro ricordi attraverso i social. Post e messaggi pieni di affetto, che lo descrivono come una persona allegra, generosa e sempre pronta a strappare un sorriso. Una figura amata non solo per il suo lavoro, ma per la sua umanità e la sua presenza nel quotidiano.
Interrogazione in consiglio comunale
Il caso è arrivato anche in consiglio comunale a Milano. Lunedì 12 maggio, Enrico Marcora (Fratelli d’Italia) ha annunciato un’interrogazione rivolta all’assessora alla Mobilità Arianna Censi. Al centro del dibattito, le procedure e i criteri con cui vengono scelti i ristoranti convenzionati per il personale Atm, alla luce di quanto accaduto.
Mentre la magistratura e le autorità sanitarie continuano gli accertamenti, la città e i colleghi di Davide aspettano risposte. Una morte improvvisa e dolorosa, su cui ora è fondamentale fare chiarezza, per rispetto della vittima, della sua famiglia e di una comunità che oggi piange uno dei suoi volti più familiari.