PONTE SULLO STRETTO – SALVINI FIRMA: lo faranno gli olandesi e sarà lungo 5 km | Gli dovremo i pedaggi per 24 anni
ponte sullo stretto (strettodimessina) - cataniaoggi
Il progetto più discusso d’Italia torna a far parlare di sé: ecco cosa succederà davvero.
Il ponte sullo Stretto di Messina è da sempre il simbolo di una sfida: unire la Sicilia al resto del Paese e all’Europa. Una promessa ciclica, tornata ora con forza nel dibattito politico grazie all’approvazione del governo Meloni e alla firma definitiva del ministro Matteo Salvini.
A distanza di decenni dalle prime idee, l’opera entra ora in fase esecutiva: sarà un ponte stradale e ferroviario con campata centrale di 3.300 metri, il più lungo al mondo nel suo genere.
Ma ciò che stupisce non è solo il dato tecnico, bensì l’impatto economico, ambientale e simbolico che il collegamento tra Messina e Villa San Giovanni rappresenta.
L’infrastruttura è parte integrante del corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle reti transeuropee. Un tassello cruciale per il futuro dei trasporti nel Sud Italia, ma anche un fardello finanziario da 13,5 miliardi di euro che impone riflessioni profonde. Soprattutto alla luce di un dettaglio emerso solo ora.
Un progetto eterno tra entusiasmo e sospensioni
L’idea di un ponte tra Sicilia e Calabria non è nuova. Risale addirittura al periodo preunitario. Ma è negli anni Settanta che prende forma il primo progetto, poi ridefinito dalla Stretto di Messina S.p.A. tra gli anni Ottanta e Novanta. Dopo l’aggiudicazione dell’appalto al consorzio Eurolink e il coinvolgimento della società danese COWI, il piano è stato ultimato nel 2011 e aggiornato nuovamente nel biennio 2023-2024.
Nel 2013 il progetto subisce una brusca frenata per volere del governo Monti: la crisi economica e le incertezze contrattuali lo rendono non sostenibile. Ma nel 2023, con il decreto-legge n. 35/2023, il governo riapre formalmente l’iter. E questa volta sembra esserci la spinta giusta per partire davvero.
I numeri da record e l’ombra dei pedaggi
Il ponte prevede di superare ogni primato mondiale: 399 metri di altezza per le torri, oltre 5 km di estensione complessiva dei cavi, integrazione tra ferrovia e autostrada. Una sfida tecnologica imponente, ma anche politica e diplomatica, visto che a realizzarlo saranno aziende olandesi con una formula già collaudata… in Olanda.
Proprio qui entra in gioco la notizia più inattesa. Il modello scelto per la gestione e il finanziamento del ponte si rifà a quello usato per il ponte Zeeland, un’infrastruttura olandese lunga 5.022 metri, costruita tra il 1963 e il 1965. Anche in quel caso, la provincia dovette indebitarsi per finanziare i lavori, restituendo il prestito tramite pedaggi per 24 anni. E adesso? Anche il ponte sullo Stretto seguirà lo stesso schema: sarà lungo 5 km, costruito da aziende olandesi e, soprattutto, gestito con pedaggi a carico degli italiani per oltre due decenni. Chi vorrà attraversarlo, pagherà per 24 anni. Un’opera da record, sì. Ma anche un conto salato da onorare per intere generazioni.