IMU, Meloni conferma l’errore: è da pagare anche in ristrutturazione | Te la scalano dal superbonus 110%

IMU - (cataniaoggi.it-comunepalermo)

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Dubbi sul pagamento dell’IMU in caso di ristrutturazioni: le regole fiscali da conoscere nel 2025

L’approccio fiscale applicabile agli immobili in ristrutturazione rappresenta un elemento chiave nella gestione economica di un intervento edilizio. L’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Propria, non segue le stesse regole di un immobile già ultimato quando sono in corso lavori. È fondamentale conoscerne i dettagli, soprattutto in vista della scadenza dell’acconto IMU fissata per il 16 giugno 2025.

La disciplina in vigore trae origine dalla Legge di Bilancio 2020, in particolare dall’articolo 1, comma 746. Questo passaggio legislativo ha introdotto un principio fondamentale: durante il periodo di costruzione o ristrutturazione, la base imponibile su cui calcolare l’IMU non è il fabbricato, bensì l’area edificabile. Si tratta di un criterio che mira a riflettere la reale condizione dell’immobile, il quale, fino al completamento, non genera utilità né possiede un valore catastale definito.

Fino a che l’edificio non è completato o utilizzato, la tassazione IMU si fonda sul solo valore del suolo edificabile. Questo significa che l’ente impositore considera unicamente il valore del terreno su cui l’immobile è in costruzione, e non la futura rendita catastale del fabbricato. Tale criterio semplifica l’applicazione dell’imposta in un periodo in cui l’immobile non ha ancora assunto la propria destinazione definitiva.

La normativa individua con chiarezza i momenti che determinano la fine del regime “di favore” e l’inizio della tassazione ordinaria: il completamento dei lavori edilizi e l’inizio dell’effettivo utilizzo dell’immobile. Anche se i lavori non sono del tutto ultimati, il semplice fatto che il proprietario inizi a utilizzare l’immobile fa scattare l’applicazione dell’IMU sulla rendita catastale.

L’uso anticipato e le sue implicazioni fiscali

Un’abitazione in ristrutturazione può diventare soggetta al calcolo IMU ordinario nel momento stesso in cui viene abitata o utilizzata, anche solo in parte. Questa condizione annulla la possibilità di calcolare l’imposta sul solo valore del terreno. È quindi importante valutare con attenzione se iniziare a usare l’immobile durante i lavori, poiché ciò comporta un aumento del carico fiscale.

Esiste una possibilità di esenzione per coloro che decidono di stabilire la propria residenza e dimora abituale nell’immobile in ristrutturazione. A condizione che la categoria catastale non rientri tra quelle di lusso (A/1, A/8, A/9), il proprietario può beneficiare dell’esenzione IMU anche se l’edificio è ancora oggetto di lavori, purché venga effettivamente utilizzato come abitazione principale.

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Scelte strategiche e valutazioni economiche

Dal punto di vista strategico, posticipare l’uso dell’immobile fino alla conclusione dei lavori può rivelarsi una scelta conveniente. In questo modo si continua a pagare l’IMU solo sull’area edificabile, evitando un’imposizione più elevata legata alla rendita catastale. Tuttavia, questa valutazione deve considerare anche il valore del terreno stesso, che in alcune zone può risultare particolarmente elevato.

Visto il quadro normativo complesso e le possibili variabili locali, affidarsi a un consulente fiscale è spesso una scelta saggia. Un professionista è in grado di offrire una stima corretta dell’IMU dovuta, consigliare le strategie fiscali più vantaggiose e segnalare eventuali disposizioni comunali che potrebbero influire sull’imposizione. In definitiva, una gestione consapevole della fiscalità può tradursi in un risparmio significativo per il proprietario.