“Era solo un amore platonico”: da ora scatta l’addebito, devi risarcire se non quagli | Nuova legge Cassazione
Tradimento (cataniaoggi.it-pexels)
Tradimento coniugale: quando l’infedeltà diventa un fatto giuridico con delle precise responsabilità e conseguenze legali
Nel diritto italiano, il tradimento coniugale non è più un reato penale come lo era in passato, ma può comunque generare conseguenze giuridiche significative. In particolare, se la relazione extraconiugale è la causa della rottura del rapporto matrimoniale, può portare all’addebito della separazione. Questo significa che al coniuge infedele possono essere negate tutele economiche come l’assegno di mantenimento. Tuttavia, l’infedeltà deve essere effettivamente la causa scatenante della crisi matrimoniale e non un fatto successivo alla già avvenuta rottura della convivenza.
L’articolo 143 del Codice Civile stabilisce che i coniugi si devono reciprocamente rispetto, assistenza e fedeltà. Questo vincolo non riguarda solo la sfera sessuale, ma include anche la lealtà emotiva e affettiva. La giurisprudenza ha più volte sottolineato che anche un coinvolgimento sentimentale non consumato fisicamente può costituire una violazione dell’obbligo di fedeltà. L’infedeltà “platonica” può dunque essere rilevante ai fini dell’addebito, se ha avuto un impatto destabilizzante sulla relazione coniugale.
Quando il tradimento non resta confinato nella sfera privata ma viene ostentato in pubblico, le conseguenze possono estendersi oltre la separazione. In particolare, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto del coniuge tradito a chiedere un risarcimento per danni non patrimoniali, se l’infedeltà ha leso l’onore e la dignità personale. Questo accade, ad esempio, quando l’amante viene presentato apertamente a conoscenti e familiari, generando un’umiliazione pubblica per il coniuge.
In alcuni casi, si può parlare di “tradimento disonorevole”, cioè un comportamento che, per modalità e contesto, genera un forte discredito sociale sul coniuge tradito. Non è solo la violazione del patto coniugale a essere sanzionata, ma anche l’umiliazione pubblica derivante da una condotta spavalda e irrispettosa. La Cassazione ha riconosciuto la possibilità di ottenere un risarcimento anche per danni alla salute psicologica, se l’infedeltà ha provocato stati depressivi o traumi emotivi.
L’ingresso dell’amante in casa e la violazione di domicilio
Quando il tradimento si consuma nell’abitazione familiare, la situazione si complica ulteriormente. Se il coniuge infedele introduce l’amante in casa senza il consenso dell’altro, si può configurare una violazione di domicilio. La casa coniugale è uno spazio giuridicamente protetto e ciascun coniuge ha il diritto di escludere terze persone, specie se indesiderate. Il coniuge tradito può quindi presentare querela e avviare un’azione penale.
Nei casi più gravi, quando l’infedeltà avviene con sistematicità e in modo offensivo all’interno dell’ambiente domestico, si può ipotizzare il reato di maltrattamenti in famiglia. Secondo la Cassazione, non sono necessari atti di violenza fisica: anche comportamenti ripetutamente umilianti e psicologicamente distruttivi possono integrare il reato. Se il coniuge tradito è costretto a vivere in un clima di sopraffazione emotiva, il giudice può ravvisare un vero e proprio abuso.
Conseguenze patrimoniali e tutela della parte offesa
L’infedeltà può incidere anche sugli aspetti economici della separazione. In caso di addebito, il coniuge infedele può perdere il diritto all’assegno di mantenimento, oltre a dover affrontare eventuali risarcimenti per danni morali. I tribunali italiani si sono mostrati sempre più sensibili alla tutela della parte offesa, soprattutto quando la violazione della fedeltà si traduce in una lesione concreta della dignità personale.
Va infine ricordato che ogni caso viene valutato in base alle sue specificità. È necessario fornire prove concrete dell’infedeltà e dimostrare il nesso causale tra il tradimento e la rottura matrimoniale o il danno subito. Non basta dimostrare il tradimento in sé: occorre dimostrarne l’impatto. Solo in questo modo si può ottenere giustizia e tutelare i propri diritti nella complessa cornice del diritto di famiglia.