CONFERMATO SANITÀ – Fragole, quella macchia bianca buca i pomoni: non avvicinarla mai al naso | Ti ammali subito, vanno buttate
Fragole - (cataniaoggi.it-pexels)
Se ti capita di notare un’anomalia nella parte esterna delle fragole è meglio buttarla subito, può essere pericoloso
Quotidianamente, nelle nostre cucine, capita di dimenticare un frutto sul fondo del frigorifero o una confezione di pane in dispensa. Gli sprechi alimentari iniziano spesso proprio così: con piccoli avanzi che col tempo sviluppano muffe. Tuttavia, ciò che potrebbe sembrare una semplice alterazione visiva o olfattiva, rappresenta in realtà un potenziale pericolo per la salute, come spiegano numerosi esperti del settore alimentare.
Di fronte a un alimento con segni evidenti di muffa, il primo istinto di molte persone è quello di annusarlo per capire se sia ancora commestibile. Un gesto che sembra innocuo, ma che può avere gravi conseguenze. Il tecnologo alimentare avverte che inalare le spore della muffa può provocare danni significativi, anche solo attraverso il naso. Oltre a fastidi respiratori, infatti, possono insorgere vere e proprie reazioni allergiche, con conseguenze anche gravi in soggetti predisposti.
La parte visibile della muffa, quei classici “peli” che si formano sulla superficie degli alimenti, non rappresenta che una minima parte del problema. Ciò che vediamo è solo la punta dell’iceberg. Le muffe, infatti, possono svilupparsi anche all’interno degli alimenti, in zone non visibili a occhio nudo. Per questo motivo, eliminare semplicemente la parte ammuffita non garantisce la sicurezza del resto del prodotto.
Tra i principali rischi legati al consumo di cibo ammuffito ci sono le micotossine, sostanze tossiche prodotte da alcune tipologie di muffe. Questi composti non solo resistono ai lavaggi, ma possono sopravvivere anche alle alte temperature della cottura. Le micotossine, se ingerite, si accumulano nell’organismo e possono provocare effetti negativi sulla salute, in particolare sul fegato, sul sistema immunitario e, secondo alcuni studi, persino sul sistema nervoso.
Industrie alimentari e controllo della muffa
La pericolosità delle muffe è ben nota anche ai produttori alimentari, soprattutto in settori delicati come quello delle spezie, della frutta secca o dei legumi. In questi ambiti, vengono adottate rigide misure igienico-sanitarie per evitare la formazione di muffe, che possono compromettere la qualità del prodotto e, soprattutto, la sicurezza del consumatore. Il controllo dell’umidità, della temperatura e dei tempi di conservazione è essenziale per prevenire il problema alla radice.
Un’idea ancora molto diffusa è che sia possibile recuperare un alimento ammuffito rimuovendo solo la parte deteriorata. Questo concetto è profondamente sbagliato. La contaminazione spesso si estende ben oltre il punto visibile, soprattutto in prodotti porosi come pane, formaggi freschi o frutta. In questi casi, anche una piccola traccia di muffa può significare la presenza di spore e tossine in tutto il prodotto.
Le buone pratiche di prevenzione domestica
Per evitare il problema, la prevenzione è fondamentale. Conservare gli alimenti in contenitori ermetici, controllare regolarmente frigorifero e dispensa, rispettare le scadenze e limitare l’umidità sono tutte strategie efficaci. In caso di dubbi sulle condizioni di un alimento, la regola da seguire è semplice: quando in dubbio, meglio buttarlo via. La salute viene prima di tutto, anche rispetto al desiderio di ridurre gli sprechi.
In conclusione, la prossima volta che ti troverai davanti a un pezzo di pane ammuffito o a un frutto con segni sospetti, ricordati che non vale la pena rischiare. Non annusarlo, non tentare di salvarlo e soprattutto non consumarlo. Anche se può sembrare un peccato gettare del cibo, farlo è l’unica scelta sicura per tutelare la salute tua e dei tuoi cari.