Avviso Banca d’Italia – AT1, è questo il peggior investimento che puoi fare: non metterci mai 1€ | Perdi i risparmi di una vita

Investimenti - (cataniaoggi.it-pexels)

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Se vuoi provare a guadagnare con gli investimenti bancari devi sapere cosa sono gli AT1: rischiosi ma redditizi

Fino a poco tempo fa, la sigla AT1 era conosciuta soltanto dagli addetti ai lavori del settore finanziario. Tuttavia, il recente salvataggio del Credit Suisse ha acceso i riflettori su questi strumenti finanziari, trasformandoli in argomento di discussione tra analisti, investitori e media. L’azzeramento del valore delle obbligazioni AT1 emesse dal colosso bancario svizzero ha infatti sorpreso molti, specialmente per l’ordine delle perdite, che ha penalizzato maggiormente i detentori di questi bond rispetto agli azionisti.

I bond AT1, acronimo di Additional Tier 1, sono titoli di debito emessi dalle banche per rafforzare la loro struttura patrimoniale. A differenza delle obbligazioni tradizionali, questi strumenti non hanno una scadenza fissa e sono quindi definiti perpetual bond. Tuttavia, le banche possono decidere di rimborsarli anticipatamente, in base a determinate condizioni contrattuali. Il loro funzionamento è piuttosto particolare: in situazioni di crisi, i bond AT1 possono essere convertiti in azioni oppure azzerati, trasformandosi così in una forma di capitale d’emergenza per l’istituto emittente.

A fronte del maggiore rischio che comportano, i bond AT1 offrono generalmente rendimenti più elevati rispetto alle obbligazioni ordinarie. Questo li rende particolarmente appetibili per gli investitori in cerca di reddito, ma richiede anche una valutazione accurata del rischio. Essendo subordinati rispetto ad altre forme di debito, vengono classificati come titoli junior e sono tra i primi a essere colpiti in caso di difficoltà finanziarie della banca. Proprio questa caratteristica li ha posti al centro della polemica nata con il caso Credit Suisse.

Nel salvataggio del Credit Suisse da parte della concorrente Ubs, le autorità svizzere hanno deciso di azzerare completamente il valore dei bond AT1, mentre gli azionisti hanno subito perdite “solo” parziali. Questa scelta ha violato l’ordine tradizionale di assorbimento delle perdite, secondo cui le azioni dovrebbero essere le prime a perdere valore, seguite solo successivamente dai bond subordinati. L’intervento della FINMA, l’ente regolatore elvetico, ha sollevato numerose critiche e ha generato incertezza tra gli investitori internazionali.

La risposta europea: nessun rischio sistemico

A rassicurare i mercati è arrivata la presa di posizione dell’Unione Europea, che ha confermato l’impegno a rispettare l’ordine corretto nella gerarchia del capitale bancario. In Europa, infatti, la normativa prevede espressamente che le perdite vengano prima assorbite dagli azionisti, e solo in un secondo momento da strumenti come gli AT1. Questa distinzione è fondamentale per mantenere la fiducia degli investitori e garantire la stabilità del sistema bancario, già messo a dura prova da anni di crisi e turbolenze.

Nonostante le preoccupazioni nate dal caso svizzero, molti esperti sottolineano che i bond AT1 non sono strumenti da evitare a priori. Al contrario, in questo momento alcuni analisti vedono in essi interessanti opportunità di acquisto, grazie ai rendimenti elevati e ai prezzi ribassati. Tuttavia, la complessità di questa asset class richiede una selezione accurata, supportata da una conoscenza approfondita delle singole emissioni e della solidità degli emittenti.

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Solidità delle banche europee come fattore chiave

Il contesto attuale vede molti istituti bancari europei in condizioni patrimoniali tra le più solide degli ultimi anni. Questo elemento rappresenta un fattore importante per valutare il rischio associato agli AT1. Se le banche mostrano fondamentali robusti, il rischio di dover attivare clausole come la conversione o l’azzeramento dei bond si riduce drasticamente. Tuttavia, la volatilità resta elevata e richiede un monitoraggio costante dell’andamento del settore.

Considerata la natura tecnica e la potenziale rischiosità dei bond AT1, molti consulenti raccomandano di affrontare questi investimenti con l’aiuto di gestioni patrimoniali professionali. L’esperienza dei gestori può fare la differenza nel selezionare le emissioni più sicure e nel costruire un portafoglio equilibrato. In un mercato ancora scosso dalle recenti vicende, la prudenza e la competenza restano le migliori alleate per navigare tra i rendimenti elevati e le insidie degli AT1.