WhatsApp, non toccare mai più questa iconcina: da ora rischi 70.000€ di multa | La prima l’hanno già data
Multa WhatsApp (cataniaoggi.it-pexels)
Multa da 70.000 euro per LVMH Iberia, la società ha violato la privacy di una dipendente su WhatsApp
LVMH Iberia, filiale spagnola del colosso francese della cosmetica di lusso, è stata sanzionata dall’Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) con una multa di 70.000 euro. La sanzione è scattata dopo che la società ha aggiunto una dipendente a un gruppo WhatsApp aziendale utilizzando il suo numero personale senza il suo consenso, violando il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
La dipendente, durante il suo impiego, aveva utilizzato il telefono personale su richiesta dell’azienda, in attesa del dispositivo aziendale che non le è mai stato consegnato. All’inizio delle ferie, aveva abbandonato vari gruppi WhatsApp aziendali dopo aver comunicato ai responsabili che non avrebbe più utilizzato il suo telefono personale per motivi di lavoro. Nonostante ciò, pochi giorni dopo, è stata reinserita in uno dei gruppi da un’altra dipendente senza alcun preavviso.
La lavoratrice ha segnalato la vicenda all’AEPD, sostenendo che l’inclusione nel gruppo WhatsApp aziendale costituisse un trattamento illegittimo dei suoi dati personali e violasse il suo diritto alla disconnessione digitale. La dipendente ha sottolineato come l’azienda non avesse alcun consenso scritto o espresso per utilizzare il suo numero personale a fini lavorativi.
L’azienda si è difesa dichiarando di aver adottato una posizione “garantista”, sostenendo che la dipendente non avesse mai richiesto l’espulsione definitiva dai gruppi. Secondo LVMH, l’email inviata dalla lavoratrice comunicava solo l’intenzione di abbandonare temporaneamente i gruppi durante le ferie, senza rinunciare a eventuali contatti di lavoro tramite il telefono personale. L’azienda ha insistito sul fatto di aver rispettato la volontà della dipendente durante tutto il periodo di ferie.
La valutazione dell’AEPD
Tuttavia, le giustificazioni dell’azienda non sono state ritenute sufficienti dall’AEPD. L’agenzia ha evidenziato che non esistevano prove di consenso della dipendente per l’inclusione nel gruppo e che il trattamento dei dati personali avveniva senza autorizzazione. L’AEPD ha inoltre sottolineato la violazione del diritto della lavoratrice alla disconnessione digitale, poiché era stata inclusa nei gruppi durante le sue ferie senza la possibilità di rifiutare.
Il caso richiama anche una sentenza del 2015 della Corte Suprema spagnola, che aveva annullato come abusiva una clausola contrattuale obbligatoria per la comunicazione dei dati personali ai datori di lavoro. Tale sentenza conferma il principio secondo cui un dipendente può rifiutarsi di condividere il proprio numero di telefono o indirizzo email senza violare il contratto di lavoro.
La sanzione e le riduzioni
In seguito alla decisione dell’AEPD, LVMH Iberia ha accettato la propria responsabilità e ha beneficiato di due riduzioni, che hanno portato l’ammontare finale della multa a 42.000 euro. L’azienda ha quindi provveduto al pagamento, ammettendo formalmente la violazione dei dati personali della dipendente.
Il caso rappresenta un chiaro segnale per le aziende sull’importanza di rispettare i dati personali dei dipendenti, anche in contesti apparentemente informali come i gruppi WhatsApp aziendali. L’inclusione senza consenso può configurarsi come trattamento illecito, con conseguenze legali e finanziarie significative. La vicenda sottolinea inoltre la necessità di rispettare il diritto alla disconnessione digitale, evitando contatti di lavoro durante ferie o riposo dei dipendenti.