Deciso dall’UE – WhatsApp, dal 14 ottobre cambia tutto: con la nuova funzione tua moglie saprà con chi chatti in tempo reale
Whatsapp sotto controllo (cataniaoggi.it-pexels)
Chat control in Europa, l’Ue propone controlli sui messaggi per proteggere questa categoria: previste multe e sanzioni
La Commissione europea ha messo sul tavolo una proposta che mira a prevenire e contrastare gli abusi sessuali sui minori, nota come regolamento CSAR. Al centro della proposta c’è il cosiddetto chat control, un sistema che permetterebbe di analizzare messaggi, immagini, audio e video scambiati sulle principali app di messaggistica, come WhatsApp. L’obiettivo è identificare potenziali rischi di pedopornografia, adescamento o abusi, prima che possano causare danni ai minori.
Seppur motivato da fini nobili, il regolamento solleva serie preoccupazioni sulla privacy dei cittadini europei. Controlli sistematici sui contenuti digitali potrebbero esporre le comunicazioni private a monitoraggi invasivi. La proposta iniziale ha quindi suscitato dibattiti, e Bruxelles sta cercando di trovare un compromesso che tuteli i minori senza compromettere i diritti fondamentali degli utenti.
Il sistema previsto dal regolamento non autorizza automaticamente la lettura diretta dei messaggi. I fornitori di servizi dovrebbero adottare tecnologie per scansionare contenuti in forma anonima, rilevando potenziali rischi sulla base di algoritmi, intelligenza artificiale e segnali di utenti. Solo in caso di pericolo elevato le informazioni verrebbero trasmesse alle autorità competenti.
Nonostante la normativa lasci libertà tecnica ai fornitori, la possibilità di ricevere un ordine di rilevazione potrebbe influenzare le scelte tecnologiche delle piattaforme. Il Garante europeo per la privacy ha evidenziato che, senza garanzie adeguate, i sistemi di crittografia end-to-end potrebbero essere compromessi. L’obiettivo è trovare soluzioni meno invasive, che tutelino la riservatezza delle conversazioni.
Rischio di falsi positivi
Un problema chiave riguarda i falsi positivi. Messaggi leciti, come foto di famiglia o chat tra adolescenti consenzienti, potrebbero essere identificati erroneamente come sospetti. Anche se le conseguenze legali non scattano automaticamente, le conversazioni verrebbero comunque sottoposte a controlli più approfonditi, esponendo parte dei contenuti a valutazioni di rischio.
Per limitare gli effetti negativi del sistema, l’Ue sta valutando di escludere inizialmente audio e testo dai controlli, concentrandosi sulle immagini potenzialmente dannose. Inoltre, l’uso di sistemi locali e anonimizzati dovrebbe ridurre l’impatto sulla privacy. Gli algoritmi dovranno essere accurati e trasparenti, per garantire che solo i casi realmente sospetti vengano segnalati alle forze dell’ordine.
Sfida tra sicurezza e libertà
Il regolamento rappresenta un equilibrio delicato tra due esigenze contrapposte: la protezione dei minori e la tutela della libertà di comunicazione dei cittadini. Gli Stati contrari temono possibili abusi dei dati raccolti e il rischio di attacchi informatici o intrusioni da parte di hacker. La proposta, quindi, deve ancora essere raffinata per garantire sicurezza senza compromettere i diritti fondamentali.
Il voto dei ministri dell’Interno previsto per il 14 ottobre sarà un momento cruciale per definire la versione definitiva del regolamento. La speranza è che l’Ue riesca a trovare un compromesso efficace, combinando sistemi tecnologici sicuri con garanzie solide per la privacy. L’obiettivo finale resta chiaro: ridurre gli abusi sui minori, bilanciando questo obiettivo con la tutela delle libertà individuali.