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Parlare al cellulare (cataniaoggi.it-pexels)

L’uso del telefono cellulare e il rischio elettromagnetico nei luoghi di lavoro: le tipologie di dispositivi a radiofrequenza

L’uso professionale di dispositivi di comunicazione come telefoni cellulari, cordless, auricolari Bluetooth e ricetrasmettitori LPD esponess  i lavoratori a campi elettromagnetici ad altissima frequenza. Gli studi più recenti suggeriscono che un’esposizione prolungata potrebbe comportare rischi per la salute, inclusa una possibile associazione con tumori cerebrali e neuroma acustico. Anche se il dibattito scientifico è ancora aperto, il principio di cautela raccomanda strategie preventive nei contesti occupazionali.

I principali dispositivi impiegati in ambito lavorativo operano a frequenze nell’ordine delle centinaia o migliaia di Megahertz. Tra questi vi sono telefoni cellulari UMTS e GSM, telefoni DECT, ricetrasmettitori PMR e CB, e sistemi wireless per trasmissione dati come Wi-Fi e Bluetooth. L’esposizione varia in funzione della potenza del dispositivo, della distanza dalla sorgente e della durata dell’uso. In particolare, i telefoni DECT trasmettono durante l’intera chiamata, mentre i cellulari GSM modulano la potenza in base alla vicinanza alla stazione base.

Ricerche “in vivo” indicano che l’uso prolungato dei cellulari può influenzare il sistema nervoso centrale e provocare alterazioni non termiche delle onde cerebrali, misurate tramite EEG. Alcuni studi riportano un aumento del rischio di neuroma acustico in caso di uso ipsilaterale per più di dieci anni. Pur non essendoci consenso unanime, queste evidenze suggeriscono che effetti biologici possono manifestarsi anche a livelli di esposizione considerati sicuri secondo le linee guida termiche tradizionali.

Le linee guida internazionali, come quelle dell’ICNIRP, si basano principalmente sugli effetti termici della radiazione. Tuttavia, studi condotti dall’AUVA e da altre istituzioni europee hanno mostrato effetti non termici significativi sul cervello, sul sistema immunitario e sulla sintesi proteica, che non vengono sempre considerati nelle normative attuali. Questi dati evidenziano la necessità di aggiornare i protocolli di sicurezza per includere anche i possibili effetti biologici a basso livello di esposizione.

Simulazioni al calcolatore

Attraverso simulazioni al calcolatore, è stato possibile valutare il tasso di assorbimento specifico (SAR) dei campi RF nelle aree della corteccia temporale. I risultati hanno mostrato come la distanza dalla sorgente e la posizione dell’antenna influenzino significativamente l’assorbimento. Per ridurre l’esposizione è consigliato mantenere una distanza minima dalla testa di circa 65 mm e utilizzare dispositivi a bassa potenza o con funzionalità “mani libere”.

Le principali misure preventive comprendono l’uso di auricolari o sistemi vivavoce, la riduzione del tempo di esposizione, la rotazione del personale professionalmente esposto e, se necessario, l’impiego di schermature specifiche. È inoltre consigliabile evitare di indossare dispositivi vicino a organi sensibili come il cuore, scegliere dispositivi con SAR basso e collegarsi solo in condizioni di buona ricezione, per minimizzare la potenza emessa.

Rischi sull’uso del cellulare (cataniaoggi.it-pexels)

Principio di cautela e buone prassi

Il principio di cautela, suggerito dall’OMS, raccomanda l’adozione di buone prassi anche in presenza di rischi incerti o apparentemente bassi. Piccoli interventi organizzativi, come la formazione dei lavoratori sull’uso corretto dei dispositivi RF, possono ridurre significativamente l’esposizione senza incidere sull’efficienza lavorativa. Queste misure sono particolarmente importanti per chi fa uso professionale quotidiano di tali strumenti.

L’evoluzione tecnologica ha introdotto un’esposizione diffusa a campi elettromagnetici ad altissima frequenza. Gli studi scientifici confermano la possibilità di effetti biologici non termici, in particolare sul sistema nervoso e immunitario. Adottare misure preventive, rispettare le distanze e limitare i tempi di esposizione rappresenta un approccio efficace per tutelare la salute dei lavoratori, in linea con il principio di precauzione raccomandato dagli organismi internazionali.