Allerta pesce neurotossico nei mari italiani: NON va mangiato assolutamente | Ti brucia i neuroni

pesce (pexels) - cataniaoggi

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Sta colonizzando le nostre acque e può essere pericoloso anche dopo la cottura.

Negli ultimi mesi, lungo le coste italiane, pescatori e subacquei stanno notando presenze sempre più frequenti di esemplari mai visti prima. Pesci dal colore insolito, dal comportamento aggressivo e, in alcuni casi, dotati di armi naturali letali.

Non si tratta di semplici curiosità biologiche: alcune di queste specie possono rappresentare un rischio concreto sia per l’ecosistema marino sia per la salute umana. Non è un fenomeno isolato, ma parte di una tendenza preoccupante che sta cambiando il volto del Mediterraneo.

Le segnalazioni arrivano soprattutto dal Sud Italia, in particolare nelle acque calde e limpide del Mar Ionio e dell’Adriatico meridionale, aree che secondo gli esperti sono tra le più vulnerabili. Il loro arrivo è favorito da temperature sempre più alte e dalla connessione con canali che collegano mari lontani.

Alcuni esemplari si confondono facilmente con le specie autoctone, rendendo difficile individuarli a colpo d’occhio. Eppure, la differenza può essere questione di sicurezza: un incontro ravvicinato o un pasto inconsapevole possono avere conseguenze serie.

Una campagna per tenere alta la guardia

Negli ultimi anni gli scienziati hanno lanciato diversi avvertimenti, ma adesso si passa all’azione concreta. È ripartita la campagna “Attenti a quei 4!”, l’iniziativa di monitoraggio promossa da ISPRA e CNR-IRBIM per tenere alta l’attenzione su quattro specie aliene, tropicali e invasive che stanno colonizzando il Mediterraneo e, sempre più spesso, anche i mari italiani.

Tra queste, il pesce scorpione (Pterois miles), noto per la sua pericolosità e capacità di diffusione, conta già 1.840 segnalazioni da tutto il bacino, confermando il Mar Ionio come uno degli epicentri dell’invasione.

pesce (pexels) - cataniaoggi
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Come riconoscerli e perché non vanno mangiati

Pescatori, subacquei e cittadini sono invitati a segnalare avvistamenti del pesce scorpione, del pesce palla maculato (o argenteo) e dei due tipi di pesce coniglio – scuro e striato – attraverso foto, video e messaggi, anche via WhatsApp o social.

L’obiettivo è duplice: prevenire incidenti e contenere la diffusione di specie potenzialmente pericolose per l’uomo e per l’ecosistema marino. Il pesce palla, in particolare, contiene una neurotossina letale che lo rende altamente tossico anche dopo la cottura. Il pesce scorpione e i pesci coniglio, invece, hanno spine velenose in grado di provocare punture dolorosissime anche ore dopo la morte dell’animale.