Deputato supplente all’Ars, il Pd attacca Schifani: “Norma inutile e costosa, la Sicilia non è un ufficio di collocamento politico”

PALERMO – Si accende lo scontro politico attorno alla norma che introduce la figura del deputato supplente all’Assemblea Regionale Siciliana. Dopo il voto favorevole espresso ieri dall’Ars al disegno di legge nazionale che modifica lo Statuto speciale – e che dovrà ora essere approvato in doppia lettura da Camera e Senato – il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, parla di “provvedimento vergognoso e inaccettabile”.

«Altro che poltronificio – afferma Barbagallo – per Schifani la Regione è diventata un ufficio di collocamento per trombati della politica. Ora si vogliono piazzare addirittura all’interno dell’Ars, facendoli entrare dalla finestra e non dalla porta. È un atto che offende lo Statuto siciliano, riconosciuto nella Costituzione, e che costerà ai cittadini oltre 12 milioni di euro l’anno. Mentre la sanità è in crisi, le autostrade restano cantieri infiniti, le ferrovie non garantiscono collegamenti adeguati e la disoccupazione giovanile tocca livelli record, il governo regionale pensa a creare nuovi posti da parlamentare invece di risolvere i problemi reali dei siciliani».

Il leader dei dem siciliani ha poi attaccato la maggioranza di centrodestra, accusandola di “miopia politica” e di “disinteresse verso le emergenze sociali dell’Isola”. «In Sicilia si continua a morire sul lavoro – prosegue – ma ancora aspettiamo che il presidente Schifani aumenti il numero degli ispettori. Molti comuni sono in dissesto finanziario e non riescono a garantire neppure i servizi essenziali, come l’assistenza ai disabili o il trasporto degli studenti. Eppure, per la maggioranza, la priorità è inventarsi dodici nuove poltrone. È una scelta offensiva e senza alcuna logica».

Barbagallo ricorda inoltre che il Pd era stato promotore della riduzione dei parlamentari regionali da 90 a 70, «una battaglia vinta grazie al lavoro di Giovanni Barbagallo, primo firmatario della norma». Ora, dice, «questa riforma stravolge quell’impianto e consente al presidente eletto – anche con una manciata di voti – di nominare fino a 19 deputati aggiuntivi, tra supplenti e listino, alterando gli equilibri rappresentativi e gonfiando i costi della politica».

Il segretario dem conclude annunciando una mobilitazione nazionale del Pd per contrastare la norma: «Ci opporremo in ogni sede, a partire da Camera e Senato, a questo provvedimento nato per sistemare amici e fedelissimi a spese dei cittadini. La Sicilia merita serietà e riforme vere, non pasticci di potere in stile Schifani».