Spegne l’interruttore del cancro: in questa verdura trovata la molecola killer | Consuma questa quantità al giorno

supermercato (pexels) - cataniaoggi

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Una scoperta scientifica rivela come una verdura comune possa aiutare a combattere il cancro.

La dieta mediterranea, famosa per i suoi benefici sulla salute, ha sempre incluso frutta, verdura e cereali integrali come pilastri della nutrizione quotidiana.

Studi recenti confermano che il consumo regolare di questi alimenti non solo favorisce il benessere cardiovascolare, ma può avere effetti sorprendenti anche contro malattie gravi come il cancro.

In particolare, alcune verdure crucifere, note per le loro proprietà antiossidanti, hanno attirato l’attenzione dei ricercatori per la presenza di molecole capaci di interagire con geni legati allo sviluppo tumorale.

Tra queste, i broccoli sembrano avere un ruolo speciale: non solo forniscono vitamine e fibre, ma contengono anche un composto che può influenzare direttamente l’attività di geni coinvolti nella formazione dei tumori.

Geni a confronto e il ruolo dei broccoli

Gli scienziati hanno studiato il gene PTEN, un oncosoppressore fondamentale per bloccare la crescita delle cellule tumorali. Tuttavia, quando PTEN viene bloccato dal gene WWP1, la protezione contro il cancro viene meno, aprendo la strada a malattie gravi.

Qui entra in gioco una piccola molecola presente nei broccoli: l’indolo-3-carbinolo. Questo composto sembra disattivare il gene WWP1, permettendo a PTEN di svolgere correttamente il suo ruolo nella difesa contro i tumori. Esperimenti in laboratorio sugli animali hanno confermato che, grazie all’indolo-3-carbinolo, PTEN può agire come previsto, riducendo lo sviluppo delle cellule cancerose.
Non solo broccoli: cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo riccio e altre crocifere contengono la stessa molecola, aprendo nuove prospettive per la prevenzione alimentare.

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Quanto ne serve davvero per combattere il cancro?

Purtroppo, la quantità di broccoli o crocifere necessaria per replicare gli effetti osservati in laboratorio è molto elevata: circa 2,5 chili di cavolini di Bruxelles crudi al giorno, una quantità irrealistica per la dieta quotidiana.

Gli scienziati stanno quindi studiando come isolare e utilizzare l’indolo-3-carbinolo nei trattamenti clinici, cercando di trasformare la scoperta in una strategia concreta contro i tumori umani.
Questo studio, pubblicato su Science con il titolo “Reactivation of PTEN tumor suppressor for cancer treatment through inhibition of a MYC-WWP1 inhibitory pathway”, rappresenta un passo importante nella comprensione dei meccanismi molecolari del cancro e nel legame tra alimentazione e prevenzione.