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Caldaia (cataniaoggi.it-pexels)
Bonus caldaie in Italia ecco cosa cambia nel 2026, le famiglie temono la fine dei bonus statali per il gas
Sostituire una caldaia tradizionale con un nuovo sistema a gas è ormai sempre più difficile grazie ai limiti imposti dalle norme europee. L’Unione Europea vieta infatti finanziamenti pubblici per sistemi di riscaldamento che producono emissioni inquinanti, sia per ragioni ambientali sia per la tutela della salute pubblica. In questo contesto, i bonus statali tradizionali per caldaie a gas stanno lentamente esaurendosi, costringendo cittadini e imprese a valutare alternative più sostenibili.
L’Ecobonus, fino a pochi anni fa il principale incentivo per sostituire la caldaia, subirà un ridimensionamento significativo a partire dal 2026. Questo bonus permetteva un recupero fiscale del 50% del costo sostenuto per l’acquisto di sistemi di riscaldamento, ma oggi è limitato ai soli impianti ibridi. Tali sistemi combinano una caldaia tradizionale con una pompa di calore elettrica, alimentata anche da fonti rinnovabili come pannelli solari. Dal 2026 lo sconto passerà al 36% per le abitazioni principali e al 30% per le seconde case.
I sistemi ibridi rappresentano oggi la soluzione più vantaggiosa per chi desidera rinnovare il proprio impianto di riscaldamento. Grazie alla combinazione di caldaia tradizionale e pompa di calore, è possibile ridurre le emissioni e sfruttare l’energia rinnovabile. L’Ecobonus incentiva l’adozione di questi impianti, garantendo un recupero fiscale parziale e agevolando l’adeguamento delle abitazioni ai nuovi standard energetici.
Un’altra possibilità rimane il Conto Termico, gestito dalla Gestione dei Servizi Energetici (Gse). Questo incentivo non funziona come uno sconto fiscale, ma come rimborso diretto, che può coprire fino al 65% della spesa sostenuta. Possono accedervi cittadini, aziende e pubbliche amministrazioni, per interventi che includono caldaie ibride, pompe di calore, sistemi a biomassa a basse emissioni e impianti solari termici.
Tempi di erogazione rapidi
Uno dei principali vantaggi del Conto Termico è la rapidità dei rimborsi. Per interventi inferiori a 15.000 euro, il saldo viene erogato entro 60 giorni, mentre per spese superiori, il rimborso viene distribuito tra due e cinque anni. Questo meccanismo garantisce un accesso più immediato ai fondi rispetto ai tradizionali bonus fiscali, rendendolo una scelta interessante per chi vuole sostituire rapidamente l’impianto di riscaldamento.
Alcune Regioni italiane offrono ancora incentivi locali per la sostituzione delle caldaie. In Lombardia, ad esempio, è attivo un bonus fino all’80% per sistemi a biomassa o a combustibili alternativi. L’Emilia Romagna aveva stanziato fondi simili all’Ecobonus, già esauriti ad agosto. In Umbria è previsto un Superbonus Caldaie dal 2026, mentre nella Piana Lucchese, in Toscana, esiste un bonus per sostituire camini e stufe a legna inquinanti.
Come orientarsi tra gli incentivi
Per usufruire dei bonus residui, è fondamentale informarsi sulle regole locali e nazionali, verificando i requisiti dei singoli incentivi. Gli interventi devono spesso rispettare criteri specifici di efficienza energetica e tipo di impianto, e in alcuni casi devono essere inseriti in lavori di ristrutturazione più ampi. La pianificazione anticipata diventa quindi cruciale per non perdere le opportunità disponibili.
Dal 2026, le possibilità di ottenere incentivi statali per caldaie a gas tradizionali saranno praticamente azzerate, spingendo verso sistemi ibridi e a basse emissioni. Questa evoluzione è in linea con le politiche europee e nazionali di sostenibilità e riduzione delle emissioni, e rappresenta un passo decisivo verso abitazioni più ecologiche e meno impattanti per l’ambiente. I cittadini interessati devono muoversi ora per approfittare degli incentivi ancora attivi e pianificare un futuro energetico più sostenibile.