È ufficiale: da oggi ogni disoccupato dovrà restituire il suo sussidio all’INPS | Decade per sempre l’aiuto per milioni di italiani
Restituzione somme all'Inps (cataniaoggi.it-pexels)
Stop alla NASPI per i lavoratori dal 2025: una novità per i lavoratori italiani rientrati dall’estero
I lavoratori italiani che rientrano dall’estero non avranno più diritto all’indennità di disoccupazione NASPI. La modifica riguarda sia coloro che hanno terminato un contratto all’estero sia i frontalieri e segna un cambiamento importante nelle tutele sociali previste fino al 2024. La misura è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 e riguarda tutte le cessazioni del rapporto di lavoro avvenute a partire dalla data di entrata in vigore della norma.
Prima della legge 2025, la normativa italiana garantiva ai lavoratori rimpatriati un trattamento speciale di disoccupazione. La legge 25 luglio 1975, n. 402, prevedeva che chi perdeva il lavoro all’estero per licenziamento o mancato rinnovo di contratti stagionali avesse diritto alla NASPI per un periodo massimo di 180 giorni, al netto di eventuali indennità percepite in base ad accordi internazionali. Si trattava di una misura pensata per facilitare il reinserimento dei lavoratori rimpatriati nel mercato italiano.
Per beneficiare della NASPI rimpatriati, erano necessari requisiti specifici. Il rimpatrio doveva avvenire entro 180 giorni dalla fine del contratto o dal licenziamento. Inoltre, il lavoratore doveva iscriversi all’ufficio di collocamento del luogo di residenza entro 30 giorni dalla legge o dalla data di ritorno. Per i frontalieri, invece, l’iscrizione era prevista entro 30 giorni dal mancato rinnovo del contratto.
Queste condizioni consentivano di garantire il diritto al sussidio solo a chi effettivamente rientrava in Italia in tempi definiti.
L’articolo 1, comma 187, della Legge di Bilancio 2025 ha modificato radicalmente la situazione, stabilendo che la legge 402 del 1975 non si applica più alle cessazioni del rapporto di lavoro a partire dal 1° gennaio 2025. La norma non indica se si tratti di una sospensione temporanea o di una modifica definitiva, ma ha comportato un blocco immediato dei benefici per i nuovi casi di rimpatrio.
Il chiarimento dell’INPS
Con il messaggio 184 del 17 gennaio 2025, l’INPS ha ufficialmente confermato l’entrata in vigore della novità e il blocco della funzione sulla propria piattaforma online. Questo significa che tutte le cessazioni dei rapporti di lavoro a partire dal 1° gennaio 2025 non potranno più essere gestite per ottenere l’indennità NASPI rimpatriati. La conferma ha reso immediatamente operativo il nuovo scenario normativo per cittadini e consulenti del lavoro.
La sospensione della NASPI per i rimpatriati comporta un cambiamento significativo nella pianificazione economica di chi rientra dall’estero. Senza questo sostegno, i lavoratori dovranno affrontare il periodo di disoccupazione senza indennità specifiche, aumentando l’importanza di strategie alternative come il ricorso a sussidi locali o a strumenti di supporto economico previsti a livello comunale o regionale.
Reazioni e criticità
Il provvedimento potrebbe generare difficoltà tra chi torna dall’estero in cerca di lavoro, soprattutto nei casi di contratti stagionali o temporanei. La mancanza di una forma di tutela immediata rischia di penalizzare chi si trova in transizione tra un’esperienza lavorativa estera e la ricerca di un nuovo impiego in Italia. Gli esperti segnalano la necessità di valutare strumenti alternativi per sostenere i rimpatriati.
La disapplicazione della NASPI per i lavoratori rimpatriati segna una svolta significativa nel sistema di protezione sociale italiano. Dal 2025, chi torna dall’estero dovrà pianificare attentamente il proprio rientro e fare affidamento su altre forme di supporto economico. La decisione, sancita dalla Legge di Bilancio e confermata dall’INPS, rappresenta un punto di svolta per la normativa sul lavoro e la disoccupazione in Italia, modificando diritti consolidati per decenni.