Odori strani? Il Covid non c’entra nulla: la neuro-patologia inizia sempre così | La diagnosi non lascia scampo

Odori distorti - (cataniaoggi.it-pexels)

Odori distorti - (cataniaoggi.it-pexels)

I sintomi iniziali di alcune malattie iniziano con segnali spesso ignorati, se non senti bene gli odori potresti avere questo

C’è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare le strutture cerebrali coinvolte nel controllo del movimento. Tantissime persone convivono con questa patologia che  è spesso associata a tremori e lentezza nei movimenti, ma questi sintomi compaiono in una fase avanzata: le manifestazioni iniziali, infatti, sono spesso sottili e sottovalutate.

I medici spiegano come sia fondamentale prestare attenzione ai primi segnali della malattia, anche se apparentemente banali. Tra i sintomi precoci più frequenti ci sono la perdita dell’olfatto, i disturbi del sonno e la stitichezza persistente. Questi segnali, detti “prodromici”, possono precedere i disturbi motori anche di diversi anni e sono spesso riconosciuti dai pazienti solo dopo la diagnosi.

Stiamo parlando del morbo di Parkinson colpisce principalmente le vie dopaminergiche del cervello, in particolare i gangli della base, che svolgono una funzione essenziale nel coordinare e regolare i movimenti volontari. Quando i neuroni che producono dopamina degenerano, il sistema di controllo motorio inizia a funzionare in modo anomalo. Il risultato è una compromissione della fluidità e della precisione dei movimenti, che si traduce in rigidità muscolare, lentezza nei movimenti (bradicinesia) e problemi posturali.

Sebbene il Parkinson sia più comune negli anziani, può manifestarsi anche in soggetti giovani, sotto i 50 anni. In questi casi si parla di Parkinson giovanile o precoce. Tuttavia, i tremori nei giovani possono essere confusi con il cosiddetto “tremore essenziale”, una patologia benigna di origine ereditaria. Per questo motivo, è importante consultare un neurologo esperto che possa distinguere tra le diverse condizioni attraverso una valutazione clinica accurata.

L’approccio alla diagnosi: osservazione e tecnologia

La diagnosi del Parkinson si basa principalmente sull’osservazione clinica. Lo specialista analizza i sintomi riportati dal paziente e li confronta con il quadro tipico della malattia. In alcuni casi, per confermare il sospetto diagnostico o escludere patologie simili, si ricorre a esami avanzati, come la medicina nucleare, che permette di valutare lo stato della via dopaminergica attraverso tecniche di imaging specifiche.

Il Vithas Neuroscience Institute (INV) ha sviluppato un approccio terapeutico integrato, basato sul lavoro coordinato di vari specialisti, per affrontare la malattia in tutte le sue fasi. Questo modello biopsicosociale tiene conto non solo degli aspetti clinici e neurologici, ma anche del benessere psicologico e della qualità della vita del paziente. Il trattamento precoce e personalizzato è fondamentale per rallentare la progressione della malattia e migliorare la risposta alle terapie.

Malattie degenerative - (cataniaoggi.it-pexels) (2)
Malattie degenerative – (cataniaoggi.it-pexels)

L’importanza dell’informazione e della prevenzione

Aumentare la consapevolezza sui segnali iniziali del Parkinson è essenziale per ottenere diagnosi più tempestive. Sintomi apparentemente innocui come la perdita dell’olfatto o la difficoltà nel dormire non vanno ignorati, soprattutto se si presentano in concomitanza. Riconoscere precocemente la malattia consente di intervenire in modo più efficace, migliorando la qualità della vita dei pazienti.

Il morbo di Parkinson non è una condanna, ma una sfida che può essere affrontata con consapevolezza, diagnosi precoce e un trattamento personalizzato. Rivolgersi a uno specialista ai primi segnali è il primo passo per ottenere una diagnosi accurata e iniziare un percorso terapeutico adeguato. La ricerca scientifica continua a fare progressi, ma il contributo più importante rimane quello della prevenzione e dell’informazione.