Batteria smartphone, addio ricarica: ora la attacchi direttamente alla frutta | Ci impiega la metà a caricare

Batteria smartphone -(cataniaoggi.it-pexels)

Batteria smartphone -(cataniaoggi.it-pexels)

E’ stata scoperta un’energia alternativa e pulita che proviene dalla natura: la nuova frontiera dei dispositivi autoalimentati

I ricercatori dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign hanno sviluppato un dispositivo innovativo che sfrutta la buccia del pompelmo per convertire l’energia meccanica in elettricità. Questa scoperta apre nuove prospettive nel campo delle energie alternative, con l’obiettivo di alimentare piccoli dispositivi elettronici senza ricorrere a batterie tradizionali. La buccia, elemento normalmente scartato, diventa così un prezioso alleato della sostenibilità.

Il principio alla base di questo dispositivo è la triboelettrificazione, ovvero l’elettrificazione per contatto. Si tratta di un fenomeno fisico comune che si manifesta, ad esempio, quando si sente una scossa toccando una maniglia metallica in inverno. Questo stesso effetto è stato riprodotto artificialmente grazie alla combinazione tra la buccia del pompelmo e un sottile strato di plastica, la poliimmide, trasformando il semplice attrito in una fonte di energia.

Il pompelmo utilizzato in questo esperimento appartiene alla varietà cinese, nota per la sua buccia spessa e porosa. Questa struttura favorisce la sensibilità al contatto e alla pressione, rendendola ideale per realizzare dispositivi in grado di rispondere anche a lievi movimenti. La scelta del pompelmo non è casuale: si tratta di un frutto largamente disponibile, spesso destinato allo scarto, che può ora assumere un nuovo ruolo nel campo dell’energia sostenibile.

Durante i test, i ricercatori sono riusciti ad accendere fino a 20 LED semplicemente toccando gli strati triboelettrici con un dito. Il dispositivo ha registrato una tensione a circuito aperto di 58 volt e una densità di potenza massima di quasi 255 milliwatt per metro quadrato. Questo risultato dimostra l’efficacia del sistema, che può già essere impiegato per alimentare strumenti a basso consumo come calcolatrici e orologi sportivi.

Nuove applicazioni per la salute e il benessere

Una delle applicazioni più interessanti di questo dispositivo riguarda il monitoraggio della salute umana. Sensori realizzati con questa tecnologia possono essere integrati nei vestiti o posizionati direttamente sulla pelle per rilevare movimenti e variazioni di postura. L’energia generata dai movimenti del corpo umano sarebbe sufficiente per inviare segnali elettrici leggibili, senza necessità di batterie esterne.

Oltre all’innovazione tecnologica, il progetto si distingue per il suo basso impatto ambientale. Riutilizzare le bucce di pompelmo riduce i rifiuti organici e consente di produrre energia pulita in modo semplice ed economico. In un contesto globale sempre più orientato alla sostenibilità, soluzioni simili possono avere un ruolo cruciale nel futuro delle tecnologie portatili.

Pompelmo - (cataniaoggi.it-pexels)
Pompelmo – (cataniaoggi.it-pexels)

Verso dispositivi autonomi e intelligenti

La sfida oggi non è solo creare dispositivi sempre più piccoli e intelligenti, ma anche renderli energeticamente autonomi. Molti studi si stanno orientando verso fonti naturali come il sudore umano, l’umidità dell’aria e, come in questo caso, materiali organici di scarto. Il progetto dell’Università dell’Illinois rappresenta un esempio concreto di come il mondo naturale possa ispirare la tecnologia del futuro.

In un mondo affollato di sensori e dispositivi intelligenti, trovare soluzioni energetiche alternative diventa una priorità. L’idea di poter alimentare un orologio, un sensore o una calcolatrice con la sola energia generata da una buccia di frutta è la dimostrazione che l’innovazione può nascere dalla semplicità. E che, forse, il futuro dell’energia si nasconde già nei piccoli gesti quotidiani, come sbucciare un pompelmo a colazione.