“Dateci i vostri animali da compagnia, dobbiamo sfamare i predatori”: l’obbligo è agghiacciante | Devi sacrificarlo per la ricerca scientifica

cane (pexels) - cataniaoggi

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Una nuova iniziativa nata in Europa sta dividendo l’opinione pubblica e fa discutere per i suoi risvolti etici.

Negli ultimi anni, la gestione degli animali da compagnia è diventata un tema sempre più delicato. Rifugi pieni, abbandoni in aumento e costi di mantenimento crescenti spingono istituzioni e associazioni a cercare soluzioni che possano garantire un futuro – o almeno una destinazione – agli animali non più desiderati.

C’è chi punta su campagne di adozione, chi sull’educazione dei proprietari e chi propone incentivi economici per sterilizzazioni e cure veterinarie. Ma una struttura in Europa ha deciso di affrontare il problema in un modo che ha sorpreso, e in alcuni casi sconvolto, cittadini e associazioni animaliste.

La proposta, resa pubblica attraverso i canali ufficiali e i social media, ha immediatamente acceso un acceso dibattito: si tratta di un’iniziativa definita “innovativa” dai suoi promotori, ma giudicata “crudele” da molti utenti online.

Secondo i responsabili, l’idea nasce dalla volontà di rispettare la natura e ricreare in cattività condizioni il più possibile vicine a quelle selvatiche. Tuttavia, ciò che viene richiesto ai cittadini va ben oltre una semplice donazione o un gesto simbolico.

Un appello che divide

L’appello è quanto meno singolare. Lo zoo di Aalborg, nel nord della Danimarca, invita i proprietari di animali domestici a donarli alla struttura per nutrire i propri predatori. Polli, conigli, porcellini d’India e persino cavalli: insomma tutti gli animali domestici purché siano sani ma «non più desiderati». L’obiettivo dichiarato: offrire agli animali carnivori una dieta il più possibile vicina a quella che avrebbero in natura.

«Abbiamo la responsabilità di imitare la catena alimentare naturale», si legge in un post pubblicato su Instagram. Secondo lo zoo, il cibo vivo, soppresso in modo “delicato” da personale qualificato, rispecchia l’alimentazione selvatica di specie come la lince eurasiatica, i leoni e le tigri ospitate nella struttura.

cane (pexels) - cataniaoggi-2
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“Rispettiamo la catena alimentare naturale”

L’appello ha fatto discutere, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di donare cavalli vivi. Lo zoo chiarisce sul proprio sito che questi devono essere muniti di passaporto equino e non aver ricevuto cure veterinarie per almeno 30 giorni. In cambio, i donatori potrebbero beneficiare di vantaggi fiscali.

La vicedirettrice Pia Nielsen ha spiegato che lo zoo utilizza già da tempo animali di piccola taglia come fonte di nutrimento per i suoi carnivori. «Quando si alleva un predatore, è fondamentale garantire una dieta completa, che comprenda carne, ossa e pelliccia. È una pratica consolidata in Danimarca, e molti dei nostri visitatori e partner la considerano un modo etico di impiegare animali che comunque verrebbero soppressi».