UFFICIALE – Il pane più buono d’Italia è siciliano: a prepararlo in questo piccolo forno un ex macchinista delle FS | Da sempre la sua passione segreta
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Nascosto tra i vicoli di Milazzo, un forno nato nel 2024 conquista i palati della critica e il premio più ambito.
C’è chi il pane lo mangia senza pensarci. E poi c’è chi lo guarda, lo annusa, lo impasta, lo ascolta quando canta in forno. Perché il pane non è solo cibo: è cultura, memoria, gesto quotidiano che si tramanda. Negli ultimi anni, il mondo della panificazione italiana ha vissuto una vera rivoluzione: farine macinate a pietra, lieviti madre curati come figli, forni a legna recuperati e nuove scuole per formare panettieri del futuro.
Oggi il pane non si compra più solo per riempire la tavola: si sceglie, si racconta, si celebra. E a raccontarlo, da sette anni, c’è la Guida Pane e Panettieri d’Italia del Gambero Rosso, che premia le eccellenze artigiane con il massimo riconoscimento dei Tre Pani. Nell’edizione 2026, presentata a Roma, sono ben 65 i forni premiati in tutta la penisola. Piemonte, Lombardia e Lazio dominano la classifica, ma è un’altra regione a sorprendere tutti.
Perché se c’è un posto in cui il pane ha un sapore ancestrale, quello è il Sud. Farine siciliane, grani antichi, lievitazioni lente. E non a caso, proprio in Sicilia quattro panifici ottengono i Tre Pani: Forno Biancuccia di Catania, Panificio Guccione di Palermo, Franco Arena di Messina e Martinez di Trapani. Ma non finisce qui.
Pane dell’anno: una storia d’amore, farina e coraggio
Tra i Premi speciali della Guida 2026, quello più emozionante è il titolo di Pane dell’anno, che va a un forno aperto da pochissimi mesi in un angolo della provincia messinese. Si chiama Frangipane – Forno e Cucina, si trova a Milazzo, ed è l’impresa di un uomo che ha lasciato una vita sui binari per inseguire un sogno tra le pagnotte.
Lui è Antonio Palana, ex macchinista delle Ferrovie dello Stato, che non ha mai smesso di impastare anche quando il pane era solo un passatempo. Ha frequentato una scuola speciale a Milano – la prima in Italia a insegnare come costruire un’impresa intorno al pane – e poi, con la compagna Michela Di Rubbo, è tornato nella sua terra per aprire un laboratorio che in meno di un anno ha conquistato i più severi palati del settore.
Il Sud che lievita: panettieri, territorio e identità
Il riconoscimento a Frangipane è un messaggio potente: non servono decenni per farsi notare, ma passione vera e rispetto per la materia prima. La Guida 2026 racconta anche di nuove tendenze, come la panificazione urbana, il ritorno ai grani locali, e il ruolo centrale dei panifici nel tessuto sociale. Tra gli altri Premi speciali, spiccano Chiara Regattieri di Tipo Due (Mantova) come Panettiera emergente, e Coce (Parma) come Bakery dell’anno.
Ma è il successo del pane siciliano – e di Antonio Palana – a dare speranza a un’intera generazione di artigiani del Sud. In un Paese che spesso dimentica le sue province, il profumo del pane torna a raccontare storie di rinascita. E stavolta, il migliore d’Italia nasce dove il mare incontra la farina.