COLLASSATO – Togli i tuoi risparmi da lì: l’istituto di credito più famoso va in crac | Peggio di lui solo l’Ambrosiano-Veneto

banca (pexels) - cataniaoggi

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C’è una banca che si sta trasformando, ma non tutti ci guadagnano: ecco cosa sta succedendo davvero.

In un periodo storico in cui l’inflazione sembra non voler mollare la presa e i tassi d’interesse seguono un’altalena inquietante, proteggere i propri risparmi è diventata una vera e propria sfida. Le famiglie italiane si muovono tra mille incognite, cercando un equilibrio tra investimenti, liquidità e bisogni quotidiani. Il concetto di fiducia bancaria, però, è ciò che tiene insieme tutto questo sistema. E quando quella fiducia vacilla, anche il risparmio comincia a tremare.

Negli ultimi mesi, sempre più correntisti hanno iniziato a farsi domande: “Dove sono al sicuro i miei soldi?”, “Ha ancora senso tenere tutto sul conto corrente?”, “E se la mia banca chiudesse lo sportello sotto casa?”. Non si tratta solo di paure astratte: la rivoluzione digitale e il ridisegno del territorio stanno cambiando il volto delle banche italiane. Ma non sempre il cambiamento corrisponde a un miglioramento.

Soprattutto nelle realtà di provincia, piccoli centri e comuni montani, si avverte un senso crescente di abbandono. Per molti anziani, artigiani e imprenditori locali, la banca non è solo un luogo per depositare il denaro, ma un presidio di sicurezza, un punto di riferimento. In questo contesto, ogni chiusura pesa. E ogni fusione tra sportelli crea più distanza che efficienza.

Ciò che sta avvenendo in queste settimane ha però dell’incredibile, perché non riguarda un piccolo istituto periferico o una realtà in crisi. Al contrario, è protagonista una delle banche più solide, potenti e strutturate del Paese. Ma anche lei, nel nome dell’efficienza, sta smantellando il rapporto fisico con il cliente.

Il piano che fa tremare i correntisti

È un anno carico di tensioni per Intesa Sanpaolo, il colosso bancario che ha deciso di accelerare sulla digitalizzazione a scapito della sua presenza sul territorio. Il progetto si chiama Piano Territoriale 2025 e prevede una riorganizzazione radicale: meno filiali, più operazioni da remoto, meno contatto umano. In teoria è un piano per ottimizzare i costi e adattarsi al futuro. Nella pratica, però, sta lasciando per strada intere comunità.

Le chiusure stanno toccando comuni medio-piccoli e territori montani, proprio dove la banca era spesso l’unico presidio. In Piemonte – tra Torino, Cuneo e il Verbano-Cusio-Ossola – si contano decine di chiusure e accorpamenti. Spariscono le filiali di Baldissero, Farigliano, Mango, Magliano Alfieri, e persino Bardonecchia, sulle Montagne Olimpiche, viene declassata a semplice sportello.

banca (pexels) - cataniaoggi
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Città svuotate, clienti abbandonati

Ma il dettaglio più sorprendente è un altro: non sono solo i piccoli risparmiatori a rimetterci. Anche i clienti “Exclusive”, quelli con patrimoni importanti, si vedono chiudere sportelli dedicati. È il caso della filiale di Beinasco e dell’ufficio “exclusive” di Torino, che verrà accorpato altrove. Una scelta che sta spiazzando anche chi credeva di avere un servizio su misura.

Intesa Sanpaolo assicura che tutto rientra nel piano per un futuro più digitale, con l’app Isybank come nuovo riferimento per i clienti più smart. Ma non tutti sono pronti. Chi non ha dimestichezza con la tecnologia, chi vive in zone a bassa connessione, chi ha bisogno di parlare con un consulente guardandolo negli occhi, resta indietro.