Dichiarazione dei redditi, stangata di 250€ per un solo errore nella compilazione: sta succedendo 8 volte su 10 | Devi correre al CAF

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Dichiarazione dei redditi 2025: i 5 errori da evitare per non incorrere in controlli e sanzioni
Con l’avvento della dichiarazione precompilata, sempre più contribuenti scelgono di presentare autonomamente il modello 730 o il modello Redditi. Una decisione che può risultare comoda e conveniente, ma che richiede grande attenzione per evitare errori potenzialmente gravi. Sbagliare, infatti, può non solo compromettere eventuali rimborsi o agevolazioni fiscali, ma anche esporre il contribuente a sanzioni o, nei casi peggiori, a un accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Uno degli errori più diffusi riguarda la mancata conservazione della documentazione necessaria. Scontrini, ricevute e fatture rappresentano la base per ottenere detrazioni e deduzioni fiscali. Gettarli o smarrirli significa non poter dimostrare le spese sostenute, con la conseguente perdita dei relativi benefici fiscali. È fondamentale conservare la documentazione fino al 31 dicembre 2030 per la dichiarazione 2025, in caso di controlli successivi.
Compilare la dichiarazione dei redditi in autonomia è possibile, ma non sempre consigliabile. Le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate sono complesse e spesso di difficile comprensione per chi non ha familiarità con il linguaggio fiscale. Soprattutto quando sono presenti spese particolari da portare in detrazione o situazioni reddituali complesse, è meglio affidarsi a un CAF o a un commercialista per evitare errori che potrebbero rivelarsi costosi.
Molti contribuenti pensano che i dati inseriti nella dichiarazione precompilata dall’Agenzia delle Entrate siano sempre corretti. Purtroppo, non è così. Negli anni passati si sono verificati numerosi casi di errori: spese mancanti, familiari non indicati, redditi non aggiornati. È quindi essenziale controllare ogni voce con attenzione, soprattutto quelle relative alle spese sanitarie, agli interessi del mutuo e agli interventi di ristrutturazione. Anche un piccolo errore può comportare la perdita di detrazioni importanti.
Correggere una dichiarazione già inviata non è semplice. Se si nota un errore dopo l’invio, si può intervenire, ma solo attraverso canali specifici. A partire dal 25 giugno 2025, per apportare modifiche sarà necessario rivolgersi obbligatoriamente a un CAF o a un professionista, con l’invio di un 730 integrativo o di un modello Redditi correttivo. Le tempistiche cambiano in base al tipo di correzione da effettuare, e intervenire in ritardo può costare caro.
Scordare le scadenze fiscali
La dimenticanza delle scadenze o la omissione dei dati rappresentano un altro grave errore punibile con sanzioni dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro. Il 30 settembre 2025 è l’ultima data utile per l’invio del modello 730. In caso di correzioni, si potrà presentare un 730 integrativo entro il 25 ottobre 2025 solo se la modifica comporta un credito maggiore o un debito minore. Per modifiche a sfavore, invece, bisognerà ricorrere al modello Redditi correttivo, con scadenza al 31 ottobre 2025. Per ritardi maggiori, si potrà ricorrere al ravvedimento operoso, ma con sanzioni ridotte da pagare.
La dichiarazione precompilata è certamente uno strumento utile, ma non infallibile. Spesso è necessario modificarla o integrarla, e ogni cambiamento espone il contribuente a possibili controlli. Tuttavia, rinunciare alle detrazioni spettanti solo per paura di essere controllati è una scelta controproducente. Meglio correggere i dati e conservare la documentazione necessaria per dimostrare la correttezza delle proprie dichiarazioni.
Programmare per evitare problemi
La pianificazione è essenziale per affrontare con serenità la stagione dichiarativa. È importante raccogliere in anticipo tutti i documenti, verificare la correttezza dei dati e controllare con attenzione ogni sezione del modello precompilato. Agire con fretta o superficialità è il primo passo verso l’errore. Usare i primi giorni di maggio per una revisione accurata dei dati è un investimento che ripaga in tranquillità.
Compilare la dichiarazione dei redditi senza errori è possibile, anche in autonomia, ma richiede attenzione, metodo e una buona dose di consapevolezza. Evitare i cinque errori più comuni significa proteggersi da accertamenti, sanzioni e perdite economiche. E se si hanno dubbi, il supporto di un esperto fiscale può essere la scelta più saggia.