Ultim’ora Sanità, nuovo ticket OBBLIGATORIO per tutti | Altri 36€ al SSN o non ti curi più
medico (pexels) - cataniaoggi
Una nuova spesa obbligatoria potrebbe cambiare il tuo rapporto con medici, farmaci e visite specialistiche.
Negli ultimi mesi, la sanità pubblica italiana si trova al centro di un acceso dibattito. Tra carenze di personale, liste d’attesa sempre più lunghe e ospedali in difficoltà, molti cittadini si chiedono se il sistema sanitario nazionale sia ancora in grado di garantire cure rapide e accessibili. La risposta, per ora, è un equilibrio precario.
A preoccupare ulteriormente le famiglie italiane è l’aumento dei costi indiretti legati all’assistenza sanitaria. Non solo per le prestazioni private, ormai scelta obbligata per chi non può aspettare mesi una visita, ma anche per quelle offerte dal servizio pubblico. È qui che entra in gioco un elemento poco noto ma fondamentale per le tasche degli utenti: il ticket sanitario.
Molti lo considerano una tassa nascosta. E in parte lo è. Paghi per qualcosa che dovrebbe essere gratuito, ma non lo è del tutto. E ora, con le ultime disposizioni regionali in via di aggiornamento, il ticket torna sotto i riflettori con cifre che, in certi casi, arrivano a pesare davvero troppo su chi ha già poco.
A cosa serve davvero il ticket?
Il ticket sanitario è una somma che ogni cittadino versa come contributo parziale per alcune prestazioni mediche. Non copre l’intero costo, ma rappresenta la tua parte di spesa. Lo Stato, o meglio il Sistema Sanitario Nazionale, paga il resto. È applicato su visite specialistiche, esami diagnostici, alcuni accessi al pronto soccorso e farmaci di fascia A prescritti con ricetta.
L’importo può variare, ma in linea generale si parte da un massimo di 36,15 euro, che può salire fino a 46,15 euro in alcune Regioni. E la cifra è fissa: non importa quanto guadagni o quale esame ti serve. Tutti pagano uguale, almeno fino a quando non si entra nei casi di esenzione.
Chi non lo paga (e perché)
Non tutti, infatti, devono pagare il ticket. In Italia esistono categorie esenti ben precise, pensate per tutelare le fasce più fragili della popolazione. È il caso, per esempio, di chi soffre di malattie croniche o rare, delle donne in gravidanza, degli invalidi totali o parziali, e – soprattutto – di chi ha un reddito molto basso. L’esenzione può essere ottenuta anche in base all’età: bambini sotto i 6 anni e anziani sopra i 65, a patto che il reddito familiare non superi 36.165,98 euro. Disoccupati, percettori di pensioni sociali o al minimo e i loro familiari a carico, sono anch’essi tutelati.
Una rete di protezione fondamentale, ma che non tutti conoscono. E spesso, per mancanza di informazioni o di assistenza, molte persone pagano il ticket anche quando potrebbero evitarlo. Nel caos di un sistema che cambia, sapere esattamente cos’è il ticket e chi può non pagarlo è oggi più che mai un atto di autodifesa sanitaria. E con le nuove modifiche all’orizzonte, sarà importante capire non solo quanto pagare, ma se dobbiamo pagare davvero.