Ma quale Grecia, a due passi da Catania la Riviera dei Ciclopi: dove Polifemo scatenò l’inferno | Il mito di Aci

spiaggia (pexels) - cataniaoggi-2

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Tra mare cristallino, roccia lavica e leggende eterne: un viaggio in un angolo di Sicilia che non ha nulla da invidiare alle Cicladi.

Tra mare cristallino, roccia lavica e leggende eterne: un viaggio in un angolo di Sicilia che non ha nulla da invidiare alle Cicladi.

Le estati italiane sono fatte di sabbia tra le dita, tramonti infuocati, gelati che si sciolgono troppo in fretta e il profumo di salsedine nell’aria. Ogni anno, con l’arrivo del caldo, il Paese intero si mette in viaggio: chi fugge dalle città arroventate, chi rincorre l’ombra sotto un ombrellone e chi, invece, cerca nel mare una tregua, un ricordo, una storia.

E proprio le storie – quelle vere, quelle leggendarie – sembrano galleggiare sospese lungo certe coste della Sicilia, dove il paesaggio non è solo bello, ma parla. Racconta di eruzioni millenarie, di antiche civiltà, di amori impossibili e mostri mitologici. Basta allontanarsi un po’ da Catania per ritrovarsi in un luogo che sembra uscito da un poema epico: la Riviera dei Ciclopi.

Qui il sole picchia sulla pietra lavica, il mare brilla come una lastra di vetro azzurra e le leggende si intrecciano con la geografia. In questo tratto di costa ionica, stretto tra l’Etna e il mare, si respira un’atmosfera sospesa, tra il sacro e il selvaggio. E mentre i turisti affollano le località più note, c’è un angolo della Sicilia orientale che resta autentico, potente, travolgente.

Chi arriva per la prima volta resta colpito dalla forza del paesaggio: le onde si infrangono su faraglioni scuri e appuntiti, e le piccole baie di scogli raccontano di un vulcano mai domato. Ma sotto questa bellezza ruvida si cela un passato antichissimo, fatto di distruzioni, rinascite e… dei. Proprio qui, secondo la leggenda, si è consumato uno dei più struggenti drammi dell’Olimpo: quello tra Galatea, Aci e Polifemo.

Dove la lava incontra il mito

A poco più di 10 chilometri da Catania si trova Aci Castello, un antico borgo marinaro sospeso tra cielo, mare e roccia. Il suo nome deriva dall’imponente Castello Normanno, costruito nel 1076 dai Normanni su un colle di pietra lavica a strapiombo sul mare. Ma la sua storia è molto più antica: già nel VII secolo i Bizantini avevano fortificato questo luogo, edificando il Castrum Jacis su resti romani forse risalenti al 38 d.C. Nel tempo, attorno al castello, è nato il primo nucleo del borgo medievale.

Nel 1170 un violento terremoto distrusse completamente l’abitato, che solo nel 1530 tornò a vivere. Da allora, Aci Castello ha saputo mantenere viva la sua anima antica, trasformandosi in un’elegante meta balneare che conserva l’essenza del passato. Oggi è un mix perfetto di paesaggio, cultura e tradizione: un luogo dove ogni pietra sembra raccontare una storia e ogni scorcio è un invito alla meraviglia.

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Sotto il castello, il mare degli dei

La spiaggia principale di Aci Castello si trova proprio sotto la fortezza normanna ed è un piccolo angolo di paradiso modellato dal fuoco. Una lunga distesa di scogli lavici incontra le acque cristalline del Mar Ionio, creando un paesaggio quasi lunare. Le piattaforme in cemento permettono ai bagnanti di godersi il sole, mentre poco più a sud il Lido la Risacca offre ogni comfort, soprattutto per le famiglie. Ma il vero tesoro è sotto la superficie: qui si trova la Riserva Marina dei Ciclopi, perfetta per snorkeling e immersioni.

Secondo il mito, proprio in queste acque Polifemo scatenò la sua furia contro Ulisse, lanciando enormi massi in mare. E sempre qui, Galatea pianse la morte del suo amato Aci, trasformando il dolore in un fiume. È questo mix irresistibile di natura, mito e storia che rende Aci Castello unica. Non serve attraversare il Mediterraneo per sentire il battito dell’estate: basta fermarsi qui, dove la lava racconta l’amore e il mare ricorda gli dei.