“Favorisca patente e portachiavi”: da ora OBBLIGATORIO presentarlo ai posti di blocco | Caschi come una pera
Posto-di-blocco (motorzoom.it) - cataniaoggi
Controlli sempre più mirati delle forze dell’ordine. I dettagli apparentemente innocui ora finiscono sotto la lente.
Un oggetto banale può nascondere più di quanto sembri: i controlli ora puntano anche su ciò che porti in tasca.
Auto accostate, lampeggianti accesi, paletta alzata: la scena è familiare a chiunque abbia mai incontrato un posto di blocco. Le operazioni delle forze dell’ordine, però, non si limitano più solo a patente e libretto. Sempre più spesso, i controlli si concentrano su dettagli che, fino a ieri, nessuno avrebbe considerato sospetti.
I carabinieri e la polizia stanno aumentando la frequenza e la profondità delle verifiche. Oltre alle infrazioni al Codice della Strada, l’obiettivo è intercettare persone che trasportano armi, droga o strumenti pericolosi in modo insospettabile. E se il classico baule dell’auto o il sottofondo del sedile restano tra i primi punti da ispezionare, oggi a finire sotto controllo sono anche gli oggetti personali più comuni: zaini, borselli, accendini e… portachiavi.
Non è solo una questione di sicurezza stradale: i posti di blocco sono diventati un presidio mobile contro microcriminalità, armi clandestine e traffici illeciti. Basta una segnalazione, un atteggiamento nervoso o anche solo una piccola incongruenza nei documenti per far scattare una perquisizione più approfondita. E in questi casi, ciò che sembra insignificante può trasformarsi in un elemento decisivo.
La nuova frontiera dei controlli: attenzione a cosa porti in tasca
Negli ultimi mesi, i sequestri eseguiti durante i controlli stradali hanno rivelato un dato inquietante: armi da fuoco camuffate da oggetti comuni, spesso detenute da persone insospettabili, incensurate, residenti in quartieri residenziali o periferici.
È emerso, per esempio, che alcuni individui trasportavano armi occultate in penne, accendini o addirittura portachiavi, pronte a essere utilizzate. Armi leggere, facili da nascondere, ma capaci di uccidere. Per questo, le forze dell’ordine hanno intensificato l’attenzione proprio su questi oggetti: a ogni posto di blocco, anche un portachiavi può finire sotto esame. L’obiettivo non è creare allarmismo, ma prevenzione. E il messaggio è chiaro: nessun oggetto è troppo piccolo per non essere controllato, soprattutto se è stato modificato o costruito con finalità criminali.
La scoperta-choc: il portachiavi che spara
Un caso emblematico arriva da Villaricca, in provincia di Napoli, dove i carabinieri hanno sequestrato una micidiale arma da fuoco occultata in un portachiavi. Un piccolo dispositivo tascabile, con tanto di anellino per essere appeso alle chiavi di casa, capace però di esplodere proiettili calibro 7.65. Bastava premere uno dei due bottoni nascosti sul dorso per fare fuoco.
L’insolita arma si trovava sul comodino di un incensurato 50enne di Giugliano in Campania, arrestato per detenzione di armi clandestine. Nella sua abitazione, i carabinieri hanno trovato anche quattro fucili da caccia, una pistola Walther e 57 cartucce di vario calibro. Il tutto nascosto in modo ordinario, quasi rassicurante. Questo non è un caso isolato: negli ultimi anni, i sequestri hanno incluso penne calibro 22, mitragliatori Skorpion, pistole giocattolo modificate per sparare, fino ad arrivare a fucili d’assalto come Kalashnikov o Uzi. Tutti scoperti durante controlli mirati, spesso partiti da una semplice fermata per eccesso di velocità o mancata cintura.