CIRCOLARE AGENZIA ENTRATE – Non firmate questo foglio: perdete tutte le detrazioni in un secondo | Il 730 vi servirà come carta da parati

agenzia-entrate (cna) - cataniaoggi

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Un errore formale rischia di vanificare mesi di attese: il 730 va presentato anche se sei disoccupato. Ma in pochi lo sanno.

La stagione delle dichiarazioni dei redditi è entrata nel vivo. Come ogni anno, milioni di contribuenti si apprestano a inviare il Modello 730, tra bonus da recuperare, detrazioni da sfruttare e crediti da incassare. Ma mentre lavoratori e pensionati si muovono come da prassi, c’è una categoria che rischia più delle altre: chi è attualmente disoccupato o percepisce la Naspi. Il rischio? Presentare il modello nel modo sbagliato e perdere ogni diritto al rimborso.

Il nodo è sottile ma fondamentale. Tutti i contribuenti sono tenuti a dichiarare i propri redditi, anche chi non ha un lavoro fisso o è temporaneamente privo di un’occupazione. Eppure, proprio chi è senza un datore di lavoro spesso finisce per sottovalutare l’importanza di compilare correttamente il 730. Con il risultato che, a distanza di mesi, ci si ritrova a non aver ricevuto neanche un centesimo di rimborso, pur avendone pieno diritto.

A rendere più complesso il quadro ci si mette anche l’INPS. Alcuni moduli precompilati o comunicazioni standard inviate dall’Istituto possono trarre in inganno. È il caso di una circolare diffusa lo scorso anno, che ha portato molti beneficiari della Naspi a rinunciare — inconsapevolmente — al rimborso fiscale, non indicando correttamente il ruolo del sostituto d’imposta o scegliendo erroneamente di presentare il 730 con modalità incompatibili con la propria situazione.

C’è poi un altro errore ricorrente: non considerare che i rimborsi Irpef non sono automatici per tutti. Il loro buon esito dipende dalla presenza di un soggetto che possa effettivamente erogare i soldi. Ed è qui che entra in gioco un passaggio cruciale: chi paga i rimborsi a chi riceve la Naspi? La risposta è tutt’altro che scontata.

Modello 730/2025: cosa c’è da sapere se percepisci la Naspi

Il Modello 730/2025 è uno degli strumenti più duttili messi a disposizione dei contribuenti. Permette una compilazione semplificata, consente di ottenere rimborsi rapidi e, cosa più importante, affida la gestione di pagamenti e crediti al sostituto d’imposta. Per i lavoratori è solitamente il datore di lavoro, per i pensionati l’ente previdenziale.

Nel caso di chi percepisce la Naspi, questo ruolo è ricoperto dall’INPS. Se il sussidio è attivo nel periodo in cui viene elaborato il conguaglio fiscale, l’accredito avviene direttamente sul pagamento dell’indennità. In altre parole, si riceve il rimborso Irpef insieme alla Naspi, con un meccanismo simile a quello delle buste paga. Ma c’è un grande “però”.

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Il rischio che nessuno spiega

Tutto questo sistema funziona solo se la Naspi è ancora attiva al momento in cui l’Agenzia delle Entrate trasmette il rimborso. Ecco il punto dolente: se la Naspi termina prima, il rimborso viene bloccato o — peggio — non viene mai erogato. Molti scoprono il problema solo mesi dopo, quando ormai non è più possibile modificare la dichiarazione.

Per evitare questo intoppo, esiste una soluzione: presentare il Modello 730/2025 senza indicare un sostituto d’imposta. In questo modo, sarà l’Agenzia delle Entrate a gestire direttamente il rimborso, che verrà versato sul conto corrente (previa comunicazione delle coordinate) o tramite assegno vidimato. Questa opzione può essere scelta anche se si sta ancora percependo la Naspi, ma si ha il sospetto che possa terminare prima dell’accredito. Si tratta di un’accortezza che può fare la differenza tra ricevere centinaia di euro o perdere ogni diritto al rimborso. In alternativa, chi desidera un maggiore controllo sulla propria posizione fiscale può optare per il Modello Redditi Persone Fisiche, un modulo più articolato, ma che consente una gestione autonoma delle imposte.

Senza sostituto d’imposta, però, cambiano anche le modalità di pagamento degli eventuali debiti con il Fisco: si dovrà ricorrere al Modello F24, rispettando le scadenze del 30 giugno (o 30 luglio con lo 0,40% in più) e del 30 novembre per gli acconti. Il consiglio? Valutare con attenzione la durata residua della Naspi e, se il termine è incerto, evitare di inserire l’INPS come sostituto.