TASSE SCOLASTICHE – Approvata la nuova imposta: salatissimo far diplomare tuo figlio | Nell’F24 è scritto tutto, ecco la mazzata

Tasse scolastiche (cataniaoggi.it-pexels)

Tasse scolastiche e credito d’imposta, cosa sapere e quali sono i codici tributo per poterle scaricare

Le modalità di pagamento delle tasse scolastiche e universitarie seguono regole differenti quando si parla di utilizzo del credito d’imposta. Negli ultimi anni, grazie a specifici interventi normativi e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate, è stato introdotto un meccanismo che consente di compensare i tributi scolastici con i crediti maturati dal contribuente. Diverso è invece il discorso per le tasse universitarie, che non possono essere coperte con lo stesso strumento fiscale.

Il credito d’imposta rappresenta un’eccedenza a favore del contribuente che può essere gestita in due modi: chiedendo un rimborso oppure utilizzandolo in compensazione per ridurre altre imposte da versare. È proprio questa seconda strada a interessare le famiglie con figli in età scolare, perché consente di destinare un credito già maturato al pagamento delle tasse scolastiche tramite modello F24, evitando esborsi immediati di denaro.

La possibilità di utilizzare il credito d’imposta per le tasse scolastiche è stata introdotta dal decreto-legge n. 34 del 2019, che ha modificato il decreto legislativo n. 241 del 1997. Con questa modifica, in vigore dal 1° gennaio 2020, è stato esteso l’istituto della compensazione anche ai tributi scolastici, aprendo una nuova via di gestione per i contribuenti. L’Agenzia delle Entrate, con la Risoluzione 106/E del 17 dicembre 2019, ha specificato le modalità pratiche e i codici tributo da utilizzare.

Per il pagamento delle tasse scolastiche con modello F24 devono essere indicati i seguenti codici tributo: TSC1 per l’iscrizione, TSC2 per la frequenza, TSC3 per l’esame e TSC4 per il diploma. Questi codici vanno riportati nella sezione “Erario” del modello, in corrispondenza degli importi a debito. È necessario inoltre indicare correttamente l’anno di riferimento, riportando solo l’anno iniziale dell’anno scolastico (esempio: 2024 per l’anno 2024/2025).

La compilazione del modello F24

Nella compilazione del modello F24 occorre prestare attenzione anche ai dati anagrafici. Nel campo del codice fiscale va inserito quello dello studente, mentre nello spazio dedicato al coobbligato o al genitore va indicato il codice di chi effettua materialmente il versamento. Inoltre, nel campo “codice identificativo” va riportata la sigla “02”. Questo accorgimento è essenziale soprattutto nei casi in cui i genitori intendano utilizzare il proprio credito d’imposta per saldare le tasse dei figli.

Un aspetto fondamentale da ricordare riguarda le modalità di pagamento. Se è vero che il modello F24 può essere versato anche tramite Poste Italiane o altri concessionari, nel caso di utilizzo del credito d’imposta la compensazione è possibile esclusivamente tramite i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. È dunque obbligatorio utilizzare i canali digitali per beneficiare di questa opportunità.

Tasse scolastiche (cataniaoggi.it-pexels)

Il nodo delle tasse universitarie

Diverso è invece il discorso per le tasse universitarie. Nonostante l’utilità che questa possibilità potrebbe avere per le famiglie, la normativa non estende la compensazione ai tributi universitari. La Risoluzione 106/E del 2019 si riferisce espressamente alle sole tasse scolastiche, senza menzionare quelle universitarie. Per questo motivo, le università non accettano pagamenti tramite compensazione e i tentativi in tal senso vengono respinti.

In sintesi, mentre le tasse scolastiche possono essere pagate con il credito d’imposta attraverso il modello F24, lo stesso non vale per le tasse universitarie. La differenza nasce dall’interpretazione letterale delle norme, che limitano la compensazione ai soli tributi scolastici. Resta dunque un’opportunità importante per le famiglie con figli a scuola, che possono alleggerire il peso economico immediato, mentre resta escluso il settore universitario, nonostante l’elevato importo delle tasse e il potenziale beneficio che questa misura potrebbe comportare.