SUICIDIO IMU – APPROVATA al catasto la riforma: paghi 5.000€ nella nuova fascia | Pubblicati indirizzi e numeri civici

soldi (radiokisskiss) - cataniaoggi

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Torna l’incubo IMU per migliaia di famiglie: bastano pochi dettagli per finire nella fascia “di lusso”.

C’è una nuova ondata di ansia tra i proprietari di immobili italiani. Mentre la stagione dei pagamenti si avvicina, il timore di vedersi recapitare un’imposta salata torna a farsi sentire.

A far discutere non è solo l’importo dell’Imu, ma anche il criterio con cui viene stabilito chi deve pagarla e quanto. E le nuove rivalutazioni catastali non fanno che gettare benzina sul fuoco.

Molti cittadini si ritrovano a pagare tasse da residenza di lusso pur abitando in case prive di ogni caratteristica “signorile”. Soffitti alti, vista panoramica, metrature generose: bastano anche solo alcuni di questi elementi – o addirittura la semplice posizione geografica – per vedere la propria abitazione classificata in fascia A1, la più temuta, quella delle cosiddette case di pregio.

Il risultato è che anche modeste villette di periferia o appartamenti costruiti mezzo secolo fa vengono trattati come attici nel centro storico. Il peso fiscale? Fino a 5.000 euro l’anno. Una cifra che molte famiglie, già provate dal caro vita, non riescono più a sostenere. Ma qualcosa, forse, sta cambiando.

Il nodo delle classificazioni catastali

La polemica ruota attorno a un punto chiave: i criteri con cui un immobile viene inserito in una determinata categoria catastale. Il sistema attuale, secondo molti esperti, è ormai obsoleto e troppo spesso penalizza i contribuenti con valutazioni arbitrarie o poco aggiornate.

La categoria A1, ad esempio, dovrebbe essere riservata alle abitazioni di lusso. Ma cosa significa davvero “lusso”? Soffitti decorati? Vincoli storici? Materiali pregiati? In molti casi, la risposta è sorprendente. Un indirizzo in una zona residenziale può bastare per far scattare l’etichetta di pregio, anche se l’immobile è vecchio, non ristrutturato e privo di ogni elemento di valore architettonico. Questo meccanismo ha portato a un’ondata di ricorsi e proteste in tutta Italia. E ora, una recente sentenza potrebbe cambiare le carte in tavola.

Imu (comunedipinasca) - cataniaoggi
Imu (comunedipinasca) – cataniaoggi

La sentenza che può cambiare tutto

Un caso emblematico arriva da Torino. Una coppia di residenti in collina ha deciso di opporsi alla classificazione A1 del proprio immobile, costruito nel 1960 e privo di qualsiasi elemento che giustifichi la tassazione “di lusso”. Secondo i giudici della Corte di giustizia tributaria, la casa «non ha soffitti a cassettoni, non ci sono saloni, né vincoli storici o paesaggistici». È, semplicemente, una casa normale.

La decisione è pesante: l’Agenzia delle Entrate è stata condannata per non aver fornito alcuna motivazione tecnica nella sua valutazione. Peggio ancora, ha ignorato il confronto con altri immobili simili nella stessa zona, già declassati in fascia A2. Secondo l’avvocato Giorgio Vecchione, che ha difeso i proprietari, questa sentenza apre una breccia che potrebbe allargarsi rapidamente. Solo a Torino ci sono almeno 30 casi simili in attesa di giudizio. E con oltre 1.800 immobili classificati A1 nel solo capoluogo piemontese, le ricadute economiche per i Comuni – e i benefici per i cittadini – potrebbero essere enormi.

Per molti contribuenti, questa potrebbe finalmente essere la fine di un’Imu da incubo: un’imposta da 5.000 euro l’anno per case che di lussuoso, alla fine, hanno solo l’indirizzo.