TARI facoltativa: se mandi questa foto al tuo Comune non la paghi | Addio tassa monnezza

TARI - (cataniaoggi.it-confcommerciopa)
Questa tassa è obbligatoria per tutti, ma oggi c’è la possibilità di evitarla se segui questi passaggi semplici
La Tassa sui Rifiuti (TARI) rappresenta uno degli strumenti principali attraverso cui i Comuni italiani finanziano il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Introdotta dalla Legge n. 147/2013, nota anche come Legge di Stabilità 2014, la TARI si applica a chiunque possieda o detenga locali o aree potenzialmente produttive di rifiuti. L’obiettivo dichiarato del legislatore è quello di garantire una copertura integrale dei costi del servizio, assicurando al tempo stesso una ripartizione equa degli oneri tra i cittadini e le imprese.
La normativa prevede specifici casi in cui il contribuente ha diritto a una riduzione dell’importo dovuto. I commi 656 e 657 dell’articolo 1 della Legge n. 147/2013 sono chiari nell’indicare che, in presenza di gravi disservizi o mancata erogazione del servizio di raccolta, l’utente può beneficiare di una riduzione della TARI. Queste riduzioni sono obbligatorie e devono essere applicate se si verificano le condizioni stabilite dalla legge, come l’interruzione del servizio per motivi sindacali o l’assenza di raccolta in zone non servite.
In particolare, il comma 656 stabilisce che la TARI è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa in caso di mancato o gravemente irregolare svolgimento del servizio. Questo vale anche quando la raccolta è interrotta per ragioni impreviste che comportano pericoli riconosciuti per la salute o l’ambiente. Il legislatore, dunque, riconosce l’impossibilità di imporre integralmente un tributo in assenza di un servizio effettivo.
Il comma 657, invece, affronta il caso delle aree periferiche o isolate dove la raccolta non viene effettuata. In queste situazioni, la TARI è dovuta solo fino al 40% dell’importo previsto, con una percentuale determinabile in maniera graduale in base alla distanza dal punto di raccolta più vicino. Si tratta di una misura di equità volta a non penalizzare chi si trova in zone marginali, spesso dimenticate dal servizio pubblico.
La posizione della giurisprudenza
La Corte di Cassazione ha contribuito a chiarire il campo di applicazione delle riduzioni TARI con diverse pronunce. La sentenza n. 19767/2020 ha sottolineato che la tassa è dovuta a prescindere dall’effettivo utilizzo del servizio da parte del contribuente, a meno che non ci sia autorizzazione allo smaltimento autonomo. Tuttavia, ciò non giustifica l’imposizione integrale in caso di servizio irregolare.
Con l’ordinanza n. 2374/2023, la Corte ha ribadito che la riduzione spetta anche in assenza di autorizzazione allo smaltimento autonomo, qualora il servizio non venga erogato correttamente per un periodo significativo. È quindi un diritto oggettivo, legato alla qualità del servizio, che può essere fatto valere tramite una domanda documentata al Comune.
L’onere della prova e le modalità di richiesta
Il contribuente che intende ottenere una riduzione deve fornire prove concrete del disservizio subito. Questo implica la raccolta di documentazione fotografica, segnalazioni all’ente gestore e ogni altro elemento utile a dimostrare l’inadempienza. È inoltre possibile inviare una diffida formale al Comune e, in casi gravi, presentare un esposto alla Procura della Repubblica.
Va precisato che la riduzione della TARI non ha natura risarcitoria. Non intende compensare un danno, ma piuttosto ripristinare un equilibrio tra quanto pagato e quanto effettivamente ricevuto in termini di servizio. Il principio cardine resta quello di proporzionalità tra imposizione fiscale e prestazione pubblica, in linea con i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione.