Aria condizionata, arriva il nuovo bonus energetico: quest’estate non paghi 1€ | Ecco come configurare il contatore
Bollette - (cataniaoggi.it-pexels)
C’è un modo per alleggerirei di molto la bolletta, ma non si tratta di una cosa lecita, è un reato penale
Negli ultimi anni, con il rincaro dell’energia e l’attenzione sempre più alta ai consumi domestici, sono emerse pratiche illecite volte a ridurre artificialmente l’importo delle bollette. Tra queste, una delle più diffuse è l’uso del magnete sul contatore dell’energia elettrica, un metodo fraudolento che consente di registrare consumi inferiori a quelli reali. Tuttavia, si tratta di una manomissione a tutti gli effetti, configurabile come furto e perseguita penalmente.
L’uso del magnete ha radici nei vecchi contatori meccanici, dove una potente calamita rallentava il movimento della rotella interna, facendo apparire un consumo energetico minore. Oggi, anche i contatori elettronici possono essere influenzati da campi magnetici esterni che, saturando il nucleo del trasformatore, ne alterano la rilevazione dei dati. Nonostante la tecnologia avanzata, alcuni modelli restano vulnerabili a questo tipo di truffa.
Le società distributrici si sono attrezzate per contrastare queste frodi. I contatori di nuova generazione sono spesso dotati di sistemi di allarme e sensori che rilevano anomalie nel campo magnetico, segnalando tentativi di manomissione. In caso di sospetto, il contatore può essere sostituito o inviato per verifiche tecniche, mentre l’utenza viene immediatamente sospesa.
Chi viene scoperto con un magnete sul contatore non solo rischia l’interruzione del servizio, ma anche gravi conseguenze legali. Sul piano civile, il fornitore può richiedere il pagamento dell’energia rubata, basandosi sull’analisi dei consumi storici, e può pretendere anche un risarcimento per i danni subiti. Questo comporta spesso una richiesta economica molto elevata.
Il reato di furto aggravato nel codice penale
Sul piano penale, l’uso del magnete configura il reato di furto aggravato ai sensi degli articoli 624 e 625 del Codice penale. In particolare, l’aggravante si applica quando l’atto è compiuto con mezzi fraudolenti, come l’occultamento della truffa. Le pene possono arrivare fino a sei anni di reclusione e prevedono multe anche superiori ai mille euro, senza possibilità di evitare il processo, trattandosi di reato procedibile d’ufficio.
In alcuni casi, può succedere che il furto di energia sia perpetrato da terzi, come un vicino che si collega abusivamente all’impianto elettrico di un altro utente. In tali situazioni, se il proprietario non dimostra di essere parte lesa, può finire sotto accusa per “cessione a terzi” di energia. È quindi fondamentale agire tempestivamente in caso di sospetti, richiedendo controlli a un elettricista e alle autorità competenti.
Come difendersi da furti di energia
La prevenzione passa anche attraverso piccoli accorgimenti. Ad esempio, verificare periodicamente il display del contatore per controllare la potenza istantanea, oppure assicurarsi che il quadro elettrico non presenti collegamenti anomali. Se i consumi sembrano inspiegabilmente alti, è bene effettuare un controllo staccando tutti gli apparecchi e monitorando il contatore.
Nel caso in cui si scopra una manomissione del proprio contatore o un furto di corrente, è indispensabile sporgere immediatamente denuncia alle forze dell’ordine e informare il proprio fornitore. Solo così sarà possibile avviare gli accertamenti necessari, evitare responsabilità penali e tutelarsi da eventuali richieste economiche ingiustificate. In un contesto in cui l’energia ha un valore crescente, la legalità resta l’unica strada percorribile.