Quattro Comuni etnei al voto: antimafia, commissariamenti e voglia di rinascita

Tra comizi tradizionali, dirette social e vecchi manifesti, si è conclusa la campagna elettorale nei quattro Comuni etnei che domenica e lunedì andranno alle urne: Castiglione di Sicilia, Raddusa, Ramacca e Palagonia. A Castiglione, poco meno di tremila residenti e tre liste civiche, la sfida si svolge sotto i riflettori dell’Antimafia dopo lo scioglimento per infiltrazioni: Concetto Stagnitti guida “Identità e Futuro”, Antonio Camarda – già due volte sindaco – corre con “Per Castiglione”, mentre Salvatore Monforte risponde con “Cambiamo per Castiglione”. Le accuse di “impresentabilità” non hanno fermato nessuno dei tre, che difendono la propria candidabilità a colpi di sentenze: al centro del dibattito restano turismo, rilancio del centro storico, lotta allo spopolamento, modernizzazione dei tributi e nuovo piano urbanistico.

Raddusa, conta circa 3.200 elettori e quattro contendenti: il sindaco uscente Emilio Cosentino con “Noi per Raddusa”, Giuseppe Marino con “Raddusa vale di più”, Carmela Pagana sostenuta anche dall’Mpa e Giovanni Piazza con “Salviamo Raddusa”. Viabilità verso Catania, Caltagirone e l’autostrada, carenze idriche estive, pochi medici di base e rischio di isolamento territoriale sono i nodi che tutti promettono di sciogliere, insieme a misure contro l’emigrazione e al rilancio dell’agricoltura.

A Ramacca, reduce da dimissioni di massa, il duello oppone il veterano Pippo Limoli, ex deputato regionale e già due volte sindaco, sostenuto da una larga coalizione che abbraccia Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, M5S, Mpa e civiche, al giovane imprenditore Rosario Gravina, capogruppo di minoranza uscente alla guida di “Ramacca rinasce insieme”: legalità, gestione idrica, opere pubbliche e iniziative sociali dominano i programmi, con toni sempre più accesi negli ultimi comizi.

A Palagonia la partita assume i contorni di un referendum sul ritorno di Salvo Astuti, sindaco al momento dello scioglimento per mafia nel 2023 e ora in corsa con tre liste nonostante il suo nome compaia nella black list dell’Antimafia; lo sfidano Agnese Campisi (due civiche con appoggio Mpa), Marianna Fagone (Fratelli d’Italia), Salvo Grasso (area Pd) e Alessandro Gueli (Democrazia Cristiana). Qui si discute di legittimità morale e politica delle candidature, del dissesto del 2021 e dei trentacinque milioni di debiti, della necessità di ricostruire servizi e futuro per i giovani.

In tutti e quattro i Comuni si voterà con il maggioritario senza ballottaggio, tranne proprio Palagonia che, superando i 15 mila abitanti, assegnerà i seggi col proporzionale. Tremestieri Etneo, inizialmente previsto al voto, è stato invece escluso dopo lo scioglimento per mafia deliberato dal Consiglio dei ministri: quarto Comune catanese commissariato per infiltrazioni in due anni dopo Castiglione, Palagonia e, da marzo, Randazzo. Lunedì 26 maggio, poche ore dopo la chiusura dei seggi, si conosceranno i nomi dei nuovi sindaci, cui toccherà restituire fiducia, servizi essenziali e sviluppo a comunità che da anni attendono una svolta concreta.