Miriam Tukan e il suono della speranza: da Catania il messaggio di pace di una cantante palestinese

Con il chitarrista israeliano Idan Toledano, un sodalizio artistico che da vent’anni unisce due popoli attraverso la musica

CATANIA – In un tempo segnato da tensioni e conflitti, la musica torna a essere ponte. Da Catania, sul palco della rassegna Jazz for Peace, è arrivata la voce intensa e pacifica di Miriam Tukan, cantante palestinese, cantautrice, ma anche avvocato e attivista per i diritti umani. Al suo fianco, il chitarrista israeliano Idan Toledano, con cui condivide da oltre vent’anni un cammino artistico e umano.

Un’amicizia profonda, nata dalla convinzione che il dialogo tra popoli e culture sia non solo necessario, ma possibile. «Speriamo e preghiamo», ha detto Miriam al termine dell’esibizione. Poche parole, pronunciate con emozione, che raccontano molto di più di un concerto: raccontano la scelta di salire su un palco insieme, di fondere le proprie voci nonostante tutto, e di ribadire che la convivenza tra israeliani e palestinesi può esistere davvero.

«Ieri mi sono svegliata, come tutte le altre persone, con una grande speranza. Quindi dobbiamo pregare, essere positivi e pregare». È un auspicio che attraversa le canzoni, le parole e lo sguardo di Miriam, che negli anni ha portato la sua testimonianza in marce, conferenze e festival in ogni parte del mondo. Spesso ha duettato con la celebre artista israeliana Noa, condividendo lo stesso messaggio: abbattere i muri, costruire legami.

«La convivenza è possibile. Questo è possibile. Oggi è molto difficile vedere la fratellanza tra questi due stati, ma sono nata in un posto dove ebrei, arabi e palestinesi vivevano assieme».

È in questa memoria collettiva e familiare che Miriam affonda le sue radici. Ma guarda avanti, soprattutto per sua figlia, una bambina di pochi mesi, il cui futuro sente già di voler proteggere. «Mi auguro per lei di vivere in un posto sicuro, di guardare avanti verso un futuro giusto, fatto di uguali diritti».

Il concerto di Catania ha rappresentato molto più di un’esibizione: è stato un atto di coraggio, di fiducia nella possibilità di riscrivere le narrazioni, partendo dall’arte, dall’ascolto e dal rispetto. In un momento in cui si intravedono flebili spiragli verso la pace, la voce di Miriam Tukan – ferma, dolce, determinata – ricorda che, talvolta, bastano due strumenti e due cuori per indicare la strada.