Forza Italia Sicilia, Berlusconi spinge il rinnovamento e apre lo scontro interno
Piersilvio Berlusconi (Facebook) Cataniaoggi.it
L’appello al rinnovamento lanciato da Pier Silvio Berlusconi scuote Forza Italia anche in Sicilia, aprendo il confronto interno su leadership, congresso regionale e futuro del centrodestra a Palazzo d’Orleans.
L’esigenza di volti nuovi nel partito, evocata da Pier Silvio Berlusconi, si abbatte come una frustata su Forza Italia e produce effetti anche in Sicilia, dove il movimento azzurro si è affermato come prima forza politica alle ultime elezioni regionali. Le parole dell’amministratore delegato di Mediaset aprono una fase di riflessione che investe il congresso regionale e la delicata questione della ricandidatura alla presidenza della Regione.
Il presidente Renato Schifani sceglie la linea del silenzio, così come il segretario nazionale Antonio Tajani, mentre il dibattito si accende tra i dirigenti e i parlamentari del partito. Il malessere interno emerge con chiarezza e si traduce in critiche esplicite all’attuale gestione regionale.
Da Heidelberg, dove è in corso la due giorni dell’Ufficio di presidenza del gruppo Ppe, l’eurodeputato Marco Falcone parla senza mezzi termini di un partito che in Sicilia appare «un po’ latitante». Per Falcone, forte delle oltre 100 mila preferenze raccolte alle Europee, è arrivato il momento di avviare una riflessione profonda: «Dobbiamo rivedere e correggere alcuni errori. Qualche errore c’è stato e rischia di frenare i margini di crescita che il partito ha».
L’eurodeputato riconosce il peso del radicamento territoriale dei singoli esponenti, decisivo nei risultati elettorali, ma sottolinea come questi siano rimasti ai margini della costruzione politica regionale: «Da tempo chiediamo che vengano coinvolti. Serve un partito che abbia una propria autorevolezza e che guardi più al collettivo che al singolo».
Sulla stessa linea si colloca il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, che richiama la coerenza tra centro e periferia: «Quello che si dice a Milano deve valere anche in Sicilia. L’esigenza di rinnovamento è avvertita da molti. Il partito deve aprirsi e parlarsi, mentre finora è rimasto muto e chiuso». Mulè conferma inoltre che sarà Tajani a verificare personalmente lo stato di salute di Forza Italia nell’Isola, per capire se il disagio sia limitato a «piccoli spifferi» o rappresenti vere e proprie folate di vento.
Ancora più dura la posizione del deputato Tommaso Calderone, che invoca uno svecchiamento immediato del partito in Sicilia e non risparmia critiche al coordinatore regionale Marcello Caruso: «Il segretario particolare del presidente della Regione non può guidare Forza Italia in Sicilia. Non ha il carisma e l’autorevolezza necessari». Calderone auspica un intervento diretto da Roma e l’invio di ispettori per fare chiarezza sullo stato del partito.
Lo sguardo è già rivolto alle prossime elezioni regionali e al confronto con gli alleati del centrodestra. Una partita che, secondo Calderone, sarà gestita dal livello nazionale e dal futuro coordinatore regionale: «Sono certo che non sarà Caruso. La prima volta è passato raccogliendo le firme, stavolta non glielo consentiremo».
