Toto' Cuffaro
Il Tribunale del riesame di Catania valuta la richiesta di revoca del sequestro di circa 41 mila euro rinvenuti nella tenuta di San Michele, nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge Totò Cuffaro e altri indagati.
Il Tribunale del riesame di Catania si è riservato la decisione sulla domanda di dissequestro presentata dalla difesa di Totò Cuffaro, dopo il ritrovamento e il sequestro di circa 41 mila euro in contanti all’interno della tenuta di San Michele di Ganzaria durante le perquisizioni disposte a carico dell’ex presidente della Regione siciliana e di altre diciassette persone sotto indagine.
L’inchiesta, condotta dalla Procura di Palermo, ipotizza diversi reati: dalla corruzione alla turbativa d’asta, fino all’associazione per delinquere. La vicenda si inserisce in un quadro investigativo complesso, che ha già coinvolto più procure e tribunali per competenza territoriale.
Il riesame catanese interviene dopo la precedente decisione del Tribunale del riesame di Palermo, che aveva annullato il sequestro di altri 39 mila euro trovati nelle abitazioni palermitane di Cuffaro. In quel caso, secondo i giudici, non erano emersi elementi sufficientemente solidi né per giustificare una misura cautelare di carattere preventivo né per sostenere un valore probatorio adeguato.
Per la somma sequestrata a San Michele, essendo l’area ricadente nel circondario di Caltagirone, la competenza spetta invece al Tribunale del capoluogo di provincia, cioè Catania. Da qui il nuovo passaggio davanti al collegio etneo.
Cuffaro, rappresentato dagli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, è attualmente ai domiciliari, misura disposta dal Gip di Palermo Carmen Salustro per una sola ipotesi di corruzione legata all’asserito intervento su un concorso pubblico e alla nomina di Roberto Colletti ai vertici dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello. Secondo il giudice, invece, gli altri episodi contestati dai pm non presentavano i presupposti cautelari richiesti.
La Procura di Palermo sta valutando se proporre appello contro il rigetto delle ulteriori misure ipotizzate in fase d’indagine. Nel frattempo, per il dissequestro dei contanti rinvenuti a San Michele, si attende la decisione del Tribunale del riesame etneo.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
