Mario La Rocca

I decreti del governo Musumeci chiariscono che per Mario La Rocca non sussisteva alcuna condizione di incompatibilità con il suo incarico dirigenziale.

PALERMO – I decreti emanati dall’allora governo Musumeci in merito alla posizione del dirigente generale Mario La Rocca, all’epoca a capo del Dipartimento Pianificazione strategica dell’Assessorato regionale alla Salute, non mettevano in discussione la legittimità della sua nomina. Come appreso dall’Ansa, i provvedimenti rispondevano alla richiesta dello stesso dirigente di chiarire l’eventuale insorgenza di conflitti di interesse, analogamente a quanto avviene per assessori regionali che si astengono dalle deliberazioni o consiglieri comunali che non partecipano a determinate votazioni.

Questi decreti rappresentavano uno strumento per applicare correttamente le norme contenute nel decreto legislativo 39 dell’8 aprile 2013, distinguendo tra inconferibilità e incompatibilità: due situazioni diverse, ma spesso confuse nel dibattito pubblico. L’obiettivo era identificare con precisione eventuali casi di conflitto d’interesse durante lo svolgimento dell’incarico, senza generalizzazioni.

Per l’esecutivo Musumeci – con Ruggero Razza assessore alla Salute – La Rocca non si trovava in alcuna condizione di inconferibilità o incompatibilità. Al contrario, la verifica aveva riguardato un’unica ipotesi di conflitto d’interesse, affrontata e risolta già con il decreto del 2018.

In altre parole, secondo fonti dell’ex governo, non era in discussione la legittimità dell’incarico dirigenziale, ma solo l’esigenza di prevenire eventuali situazioni future, garantendo trasparenza e correttezza amministrativa.