Ieri, con la proclamazione di Anthony Barbagallo segretario regionale, il congresso siciliano del Pd non si chiude, ma entra in una nuova fase. Inviato da Elly Schlein per districare le complesse dinamiche interne, Nico Stumpo ha sottolineato che adesso il partito potrà voltare pagina. Rimane però il doppio fronte di lavoro: ricucire le divisioni interne e rafforzare l’opposizione al centrodestra. Subito dopo la cerimonia, le delegazioni vicine a Stefano Bonaccini e Matteo Orfini hanno diramato un comunicato congiunto: «Questa proclamazione è prematura: bisognava attendere l’esito dei ricorsi». Il congresso, insomma, pare lontano dall’essere concluso. Barbagallo, rieletto all’unanimità dopo un percorso segnato da strappi e polemiche, ha riconosciuto: «I toni in passato si sono talvolta esasperati, e abbiamo assistito a tentativi goffi di snaturare il risultato, addirittura rivendicando l’astensione come un merito. La verità è che, con tutti gli iscritti al voto, avremmo raggiunto percentuali ancora più alte». In prima fila a sostenerlo, l’ex ministro Peppe Provenzano, il coordinatore siciliano del M5S Nuccio Di Paola e il dirigente di Italia Viva Fabrizio Micari. Con loro, rappresentanti di Verdi e Sinistra, hanno invocato unità per sfidare il governo di centrodestra guidato da Renato Schifani.

Nell’assemblea, che ha anche eletto la nuova presidente Cleoli Calzi, erano presenti volti storici come gli ex consiglieri Giovanni Panepinto, Lillo Speziale, Concetta Raia e Antonella Milazzo, insieme a nuove leve. Assenti, invece, i più importanti esponenti parlamentari: dal capogruppo Michele Catanzaro al presidente della Commissione Antimafia Antonello Cracolici, fino all’europarlamentare Giuseppe Lupo. La pattuglia dem dell’Ars era rappresentata dalla vice segretaria Valentina Chinnici con Dario Safina e Nello Dipasquale. «Il partito è qui», ha commentato Dipasquale, «ci sarà modo di ricucire con tutti». Ma le frange critiche non si mostrano disponibili a mettere da parte lo scontro: «Una segreteria dimezzata non cancellerà le forzature e le illegittimità. È mancato il rispetto verso la commissione nazionale di garanzia, che deve ancora pronunciarsi sui ricorsi». Nonostante le critiche, Barbagallo ha lanciato un invito alla riconciliazione: «Rispetto chi non ha partecipato. La porta resta aperta e la mano tesa per costruire insieme idee e politiche». I gruppi di Bonaccini e Orfini, tuttavia, hanno già avvertito: «Non bastano poltrone negli organismi dirigenti per sanare le ferite».