La fonte è UFFICIALE: Vittoria d’Inghilterra la più grande spacciatrice di droga di tutti i tempi | I segreti della narco regina
guerre dell'oppio (wikipedia) - cataniaoggi
Una verità scomoda sta riemergendo dai libri di storia: la monarchia inglese costruì un impero anche grazie al commercio della droga.
Il nome di Vittoria d’Inghilterra evoca l’immagine di una sovrana austera, simbolo della moralità vittoriana, di progresso industriale e di stabilità politica. Eppure dietro la facciata rispettabile della regina che regnò più a lungo nel XIX secolo, si nasconde una pagina oscura che raramente viene raccontata.
Sotto il suo governo, l’Impero britannico visse l’apice della propria espansione, dominando mari, rotte commerciali e colonie. Ma la crescita economica, spesso celebrata nei manuali scolastici, non si basò soltanto sull’industria e sul commercio legittimo. Una parte fondamentale della ricchezza che affluiva a Londra aveva un’origine ben più controversa: l’oppio.
Il traffico di questa sostanza, coltivata in India e riversata in Cina, non fu un affare di contrabbandieri isolati, bensì una strategia politica ed economica guidata dall’élite britannica. E se oggi si parla di cartelli della droga in America Latina, nel XIX secolo il più grande cartello del mondo era gestito dalla più potente monarchia d’Europa.
La figura della regina Vittoria rimane quindi intrecciata a doppio filo con una delle vicende più brutali della storia del colonialismo: le guerre dell’oppio. Conflitti che, dietro la facciata diplomatica dei “trattati internazionali”, non furono altro che guerre per imporre a un intero popolo il consumo di una sostanza devastante.
La macchina imperiale dell’oppio
Per comprendere la portata di questa vicenda, bisogna partire dall’India, allora sotto dominio britannico. Qui la Compagnia delle Indie orientali impose ai contadini la coltivazione del papavero da oppio, trasformando la regione in una gigantesca piantagione destinata a rifornire i mercati internazionali. La Cina, con il suo immenso bacino di consumatori, divenne l’obiettivo principale.
La dinastia Qing tentò in tutti i modi di fermare il dilagare della droga, arrivando persino a sequestrare e distruggere tonnellate di oppio a Canton. Ma quella che per la Cina era una battaglia per la salute pubblica, per Londra fu un affronto intollerabile agli interessi economici della corona. Così scoppiarono le cosiddette guerre dell’oppio, due conflitti combattuti rispettivamente tra il 1839-1842 e il 1856-1860.
Trattati ineguali e nascita dell’imperialismo europeo in Cina
La sproporzione militare fu devastante: la Royal Navy schiacciò l’esercito cinese, obbligando l’impero Qing a firmare umilianti trattati. Con il Trattato di Nanchino (1842) e i successivi Trattati di Tientsin (1858) e di Pechino (1860), la Cina dovette aprire numerosi porti al commercio, concedere privilegi straordinari agli occidentali e cedere Hong Kong al Regno Unito.
In pratica, la Cina fu costretta a legalizzare il traffico dell’oppio, arricchendo smisuratamente l’economia britannica. Quello che nei manuali viene presentato come “espansione commerciale” altro non era che il più grande business di droga della storia, orchestrato da uno Stato sovrano sotto il controllo della sua regina.
Alla fine di questo processo, il mondo assistette a un paradosso: la regina Vittoria, celebrata in patria come simbolo di rigore e moralità, passò alla storia – seppur in silenzio – come la più grande spacciatrice di droga di tutti i tempi.