Taxi, nuovo bonus trasporto pubblico: parte il test | Se non hai i soldi ti offrono la corsa

Taxi (Pexels) CataniaOggi
Nei periodi di vacanza l’uso del taxi soprattutto nelle grandi città diventa importante. Cosa succede in queste situazioni.
Il taxi è un veicolo di trasporto pubblico, destinato al trasporto individuale o di piccoli gruppi di persone. Si distingue dagli altri mezzi pubblici per la sua flessibilità di orari e itinerari, potendo essere chiamato direttamente dal cliente tramite telefono, apposite postazioni di sosta o, in alcune città, fermato direttamente per strada.
L’utilizzo del taxi varia significativamente a seconda della città e delle abitudini locali. In grandi centri urbani con un efficiente sistema di trasporto pubblico, il taxi viene spesso utilizzato per brevi tragitti, in orari notturni o in situazioni in cui altri mezzi non sono disponibili o convenienti. Eventi speciali, condizioni meteorologiche avverse o la necessità di trasportare bagagli voluminosi possono incrementarne l’utilizzo.
Il costo di una corsa in taxi è calcolato attraverso un sistema tariffario regolamentato a livello comunale. La tariffa base scatta all’inizio della corsa e viene poi incrementata in base a due componenti principali: la distanza percorsa e il tempo impiegato. Possono inoltre essere applicati supplementi per corse notturne, festive, per il trasporto di bagagli extra o per raggiungere determinate destinazioni come aeroporti o stazioni ferroviarie.
Il tassametro è lo strumento elettronico installato a bordo del taxi che calcola automaticamente l’importo dovuto dal cliente. All’inizio della corsa, il tassista avvia il tassametro, che visualizza la tariffa base. Durante il tragitto, il tassametro aggiorna il costo in tempo reale in base alla distanza percorsa e al tempo impiegato, visualizzando l’importo finale al termine della corsa.
Alternative ai taxi
Le alternative al tradizionale servizio taxi sono in costante aumento, offrendo diverse opzioni per spostarsi in città. Tra le più note spiccano piattaforme come Uber, che mettono in contatto diretto passeggeri e autisti tramite un’app, e i servizi di Noleggio Con Conducente (NCC), che offrono trasferimenti su prenotazione con auto di solito più eleganti.
Oltre a queste, esistono altre soluzioni come le app di ride-sharing che consentono a privati di condividere passaggi in auto, spesso a costi inferiori. In alcune città sono anche attivi servizi di car-sharing a flusso libero, dove è possibile noleggiare auto elettriche parcheggiate in vari punti della città tramite un’app, pagando in base al tempo di utilizzo.
Se il tassista rifiuta il pagamento col POS
Come ogni altra attività commerciale, i tassisti italiani sono tenuti ad accettare pagamenti elettronici tramite POS o carta, senza poter rifiutare tali transazioni. Ogni minaccia o violazione di questa norma da parte del conducente è passibile di denuncia da parte del cliente. La legge prevede inoltre la possibilità di scambiarsi i dati personali per effettuare un pagamento digitale differito qualora il cliente non disponga di contanti.
In caso di rifiuto ingiustificato del pagamento elettronico da parte del tassista, il cliente è nel pieno diritto di segnalare l’accaduto alla Guardia di Finanza o alle Forze dell’Ordine. Solo la comprovata malfunzione del dispositivo POS può comportare una sanzione lieve per il tassista, che diventa invece più severa in caso di negligenza accertata, data l’obbligatorietà dei pagamenti virtuali.