MINISTERO DELL’AMBIENTE – Gli animali non la oltrepassano mai, la linea invisibile che isola milioni di specie | È larga 36 km ma ha un potere oscuro

spiaggia (pexels) - cataniaoggi

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Nessuna barriera fisica visibile, eppure separa mondi interi: tra tigri e canguri si apre uno degli enigmi più affascinanti della natura.

Sul pianeta esistono confini che nessun animale riesce a superare, e non si tratta di montagne, deserti o ghiacciai.

C’è una zona del mondo in cui, da millenni, le specie animali vivono divise come se fossero su pianeti differenti. Elefanti e rinoceronti da una parte, canguri e uccelli del paradiso dall’altra. Eppure, queste creature sono separate da appena 36 chilometri di mare. Nessuna recinzione, nessuna barriera visibile. Solo un confine tracciato dal tempo e dalla geologia.

La scena si apre nell’Arcipelago Malese, tra il Sud-Est asiatico e l’Australia, un mosaico di isole verdissime abitate da animali che sembrano provenire da continenti opposti. Visitare quest’area è come passare da un documentario ambientato nella giungla asiatica a uno nel bush australiano, semplicemente attraversando uno stretto braccio di mare.

Questa separazione così netta è uno dei più grandi misteri della zoologia, e per decenni ha lasciato perplessi i naturalisti di tutto il mondo. Come è possibile che isole così vicine tra loro ospitino animali completamente diversi? E perché, nonostante milioni di anni, questi mondi non si sono mai fusi?

La scoperta di un confine invisibile: il genio dietro la teoria

Tra il 1854 e il 1862, un uomo iniziò a porsi queste domande durante i suoi viaggi nelle isole della Malesia. Si chiamava Alfred Russel Wallace, e fu tra i primi a intuire che la risposta non si trovava solo negli animali, ma anche nei fondali. Studiando con attenzione la distribuzione di piante e specie, Wallace notò un’anomalia: alcune isole ospitavano animali simili a quelli australiani, mentre altre presentavano una fauna tipica dell’Asia.

Fu così che, nel 1859, propose l’esistenza di un confine invisibile che da allora porta il suo nome: la Linea di Wallace. Una linea che taglia in due l’Indonesia e rappresenta uno spartiacque naturale tra le specie orientali e quelle occidentali. A est, marsupiali e cacatua. A ovest, scimmie, tigri e rinoceronti. Quello che Wallace non poteva ancora sapere era che la chiave di tutto si trovava sotto la superficie del mare.

spiaggia (pexels) - cataniaoggi-2
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Una trincea sottomarina profonda 10.000 metri ha riscritto la storia dell’evoluzione

La spiegazione definitiva arriva solo grazie alla geologia moderna. Sotto gli stretti di Lombok e Macassar, si estende una fossa oceanica profonda fino a 10.000 metri, una voragine naturale che ha agito come una trincea biologica per milioni di anni. Durante le ere glaciali, quando il livello del mare era molto più basso e molte isole erano collegate tra loro, questa fossa ha continuato a separare in modo netto le due grandi regioni biogeografiche: la placca della Sonda a ovest (collegata all’Asia) e la placca del Sahul a est (collegata all’Australia).

Anche quando il resto del mondo animale migrava liberamente, questo abisso impediva ogni passaggio, costringendo le specie a evolversi in modo separato. È così che i canguri non hanno mai raggiunto il Borneo, e i rinoceronti non hanno mai messo piede a Lombok.