ULTIM’ORA AMBIENTE – Adotta una mucca, idrogeno gratis a vita: non paghi più mezza bolletta | L’Enel lo tiene segreto a tutti
Mucca - (cataniaoggi.it-pexels)
Il letame che rivoluziona l’energia, dallo scarto alla risorsa: una nuova via per la sostenibilità che fa anche risparmiare
Siamo abituati a considerare il letame come un semplice fertilizzante naturale, utile per arricchire i terreni agricoli. Ma ciò che accade sull’isola giapponese di Hokkaido va ben oltre la tradizione contadina: qui, il letame di vacca è diventato la chiave per affrontare due delle più grandi sfide del nostro tempo — la gestione dei rifiuti e la transizione verso fonti energetiche sostenibili.
Il pianeta si confronta con una duplice emergenza: da un lato, la crescente quantità di rifiuti prodotti ogni giorno; dall’altro, la necessità di alimentare con energia pulita una popolazione mondiale in continua espansione. In questo scenario, l’idrogeno si è imposto come uno dei protagonisti più promettenti per un futuro energetico più verde. Tuttavia, non basta produrre idrogeno: è fondamentale che la sua origine sia sostenibile.
Proprio a Hokkaido, dove vivono più di un milione di bovini, nasce un progetto pionieristico che trasforma un problema ambientale in opportunità. Ogni anno, le mucche dell’isola producono circa 20 milioni di tonnellate di letame. Grazie a un impianto innovativo, questo enorme volume di rifiuti organici viene raccolto e introdotto in digestori anaerobici, dove viene avviata una decomposizione naturale della materia.
Il processo genera biogas e fertilizzante liquido, riutilizzabile in agricoltura. Ma la vera svolta arriva nella fase successiva: il biogas viene purificato per ottenere metano, che a sua volta è trasformato in idrogeno. La produzione raggiunge circa 70 metri cubi al giorno, una quantità sufficiente ad alimentare fino a 28 veicoli a celle a combustibile, dimostrando quanto una risorsa considerata umile possa contribuire alla mobilità sostenibile.
Energia per trattori, zoo e non solo
L’idrogeno generato non viene impiegato solo per le auto. Ad Hokkaido viene utilizzato anche per alimentare trattori agricoli e per fornire energia allo zoo di Obihiro. Il tutto è reso possibile grazie a un sistema di stoccaggio ad alta pressione, tecnologicamente avanzato ma ancora piuttosto oneroso. Malgrado i costi, il progetto è stato reso possibile grazie a sovvenzioni pubbliche e si propone come modello replicabile altrove.
L’esempio di Hokkaido ha già trovato eco in altre parti del Giappone e nel mondo. Toyota, ad esempio, sta sperimentando la produzione di idrogeno partendo dal letame di pollo. In un impianto di trattamento delle acque reflue, sempre in Giappone, si sta invece sviluppando un metodo per ottenere idrogeno dai rifiuti umani. Progetti che confermano le potenzialità della bioenergia nel ripensare il nostro rapporto con ciò che scartiamo.
Bioenergia e transizione ecologica: un binomio vincente
La produzione di idrogeno da scarti organici rappresenta una delle vie più concrete per ridurre le emissioni e rendere più circolare il sistema energetico. In particolare, l’applicazione di questi processi nel settore dei trasporti potrebbe accelerare l’abbandono dei combustibili fossili, migliorando la qualità dell’aria e riducendo la dipendenza da fonti non rinnovabili.
Quello che una volta era un problema da smaltire si sta rivelando una risorsa chiave per il futuro. Il letame, simbolo di ciò che scartiamo, diventa protagonista di una rivoluzione energetica che parte da un’isola, ma parla al mondo intero. E forse è proprio guardando a ciò che abbiamo sempre sottovalutato che troveremo le soluzioni più intelligenti per salvare il pianeta.