Curcio: “Quando l’imprenditore collabora al 100% si ottengono risultati, denunciate soprusi”

Il procuratore Francesco Curcio ha commentato l’operazione Cerbero eseguita ieri a Catania dai carabinieri del comando provinciale contro il clan dei Cursoti milanesi, sottolineando l’importanza della collaborazione degli imprenditori: “Con questa inchiesta abbiamo la controprova di quello che abbiamo detto anche qualche giorno fa, cioè che quando l’imprenditore collabora al 100% si hanno dei risultati. Prima di tutto perché una persona che si espone è credibile e poi perché è agevole riscontrare quello che dice. Quindi invito ancora una volta tutti gli imprenditori che subiscono soprusi a sporgere denunce a carabinieri, polizia o magistratura perché avranno sicuramente un riscontro successivo e una risposta alle loro doglianze”.

Il magistrato ha poi evidenziato il cambiamento nelle modalità di intimidazione utilizzate dal clan: “Osserviamo – ha aggiunto – come le modalità siano più violente e meno mafiose, in senso tradizionale. Anche se, comunque, evidenziano una forza di intimidazione, di minaccia nei confronti dei cittadini, degli operatori economici molto forte. Però sono più irruente, anche perché ruotano poi intorno a un’attività tipicamente di gangsterismo urbano che è quello della gestione del traffico di stupefacenti, che è sicuramente il core business di questi sodalizi”.

Riguardo alla faida interna al gruppo criminale, Curcio ha ricordato che “ci sono state sparatorie e pestaggi molto pesanti” e che la cosca era ben armata: “L’armamento che è emerso – ha detto il procuratore Curcio – è imponente. Parliamo di fucili, di armi da sparo, di giubbotti antiproiettile, quindi gente attrezzata. Ma, del resto, diciamo, la ‘necessità del mestiere’ è quella di dover dimostrare di avere armi per intimidire e incutere timore e terrore nelle persone”.